Cercò di farlo desistere, spronandolo ad accettare un incarico che pareva eredità naturalmente acquisita sul campo: la candidatura alla presidenza della Provincia. «Allora ero segretario del Pd e ho vissuto da vicino la sofferta decisione di Alberto Pacher», ricorda Michele Nicoletti. L’epilogo è ben noto. «È quindi una bella notizia vederlo oggi offrire la sua disponibilità», si rallegra il deputato che, nello slancio conciliante di Pacher, intravede già i frutti della riflessione partita nel Pd («Il dibattito sulla territorialità sta raccogliendo i primi risultati»).M. Damaggio, "Corriere del Trentino", 6 agosto 2017
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Orfano da quasi quattro anni di uno dei suoi padri costituenti, il Partito democratico del Trentino sussulta di gioia all’ipotesi di riabbracciare nuovamente Alberto Pacher. Il presidente del consiglio Bruno Dorigatti, il senatore Giorgio Tonini, il segretario Italo Gilmozzi, l’ex coordinatrice cittadina Elisabetta Bozzarelli: il sospiro di sollievo è corale.M. Damaggio, "Corriere del Trentino", 6 agosto 2017
Uscendo, non aveva sbattuto la porta. Si era limitato a consegnare le chiavi del Pd ed era tornato a fare il suo lavoro. Ora, di fonte alla prospettiva di un Pd del Trentino autonomo da Roma come la Provincia che ambisce a governare, Alberto Pacher dice che gli piacerebbe «tornare a dare un contributo». I molti aspiranti presidenti, però, pare possano stare tranquilli.T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 5 agosto 2017
«Nel 2013 il Partito democratico non è stato capace di cogliere l’occasione che gli si era presentata con le primarie. E l’inizio di tutto è stato sottovalutare la candidatura di Alberto Pacher». Alessio Manica non teme l’autocritica.A. Rossi Tonon, "Corriere del Trentino", 13 luglio 2017
Ritengo importante che l’Assemblea abbia condiviso quasi all’unanimità il documento che ha sancito il via libera alla verifica dell’opportunità di un’evoluzione in senso territoriale del nostro Partito Democratico del Trentino.Italo Gilmozzi, 5 luglio 2017
Per descrivere la attuale situazione del PD è stata usata la metafora del treno in corsa che perde passeggeri. L’immagine sembrerebbe far intendere che chi l’ha usata voglia in realtà dire “fermate il treno che voglio scendere”. E abbiamo anche visto effettivamente che recentemente, più a livello nazionale che locale a dir la verità, qualcuno ha chiarito la propria collocazione, riconoscendosi in altri recenti soggetti politici.Mattia Civico, https://mattiacivico.wordpress.com/, 6 luglio 2017
L’approvazione è arrivata in tarda serata dopo una lunga discussione (Corriere del Trentino di ieri), ma ora il partito democratico del Trentino ha dato ufficialmente il via al processo di confederazione.C. Mussi, "Corriere del Trentino", 5 luglio 2017
«Il Partito Democratico è come un treno in corsa che perde passeggeri. C’è chi scende di sua spontanea volontà e chi è spinto a buttarsi a terra dallo stesso capotreno: Matteo Renzi. Ed io, sono sulla porta. Da qui, mi guardo intorno». Si descrive così Bruno Dorigatti, presidente del Consiglio provinciale di Trento, uomo del Pd e dal Pd amareggiato, chiamato a riflettere sul presente, ma soprattutto sul futuro, del suo partito.S. Pagliuca, "Corriere del Trentino", 5 luglio 201
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