Giovani fino a 35 anni, donne, disoccupati deboli con più di 50 anni e senza lavoro da più di 12 mesi. Sono le tre categorie su cui concentra gli sforzi il Piano di politica del lavoro aggiornato ieri dalla giunta provinciale a distanza di un anno dalla sua approvazione.
C. Bert, "Trentino", 13 dicembre 2016
L'esito del referendum del 4 dicembre scorso ha portato alle dimissioni del Presidente del Consiglio dei Ministri e all’apertura di una crisi di Governo dai contorni fortemente incerti e problematici. Conscio della gravità del momento che sta vivendo l’Italia, responsabilmente il Presidente Mattarella - al quale va tutta la nostra stima ed il nostro sostegno - ha affidato l’incarico all’on. Gentiloni di formare il nuovo Governo.
Trento, 12 dicembre 2016
«Se bisogna fare il congresso, si fa», dice a caldo il segretario del Pd trentino Italo Gilmozzi, «mi sembra tutto fuorché un rischio», aggiunge quasi a sfidare i potenziali avversari interni. In realtà per i Dem trentini, che a congresso ci sono andati solo sei mesi fa, l’opzione di un bis potrebbe arrivare - più che da un pressing interno - dall’accelerazione impressa dalla sconfitta al referendum e dalla crisi di governo.
C. Bert, "Trentino",12 dicembre 2016
Due promozioni e una bocciatura. La possibilità che Paolo Gentiloni possa essere scelto come nuovo presidente del Consiglio trova l’accoglimento del deputato del Pd Michele Nicoletti e del governatore Ugo Rossi. Contrario alla “promozione” dell’attuale ministro degli Esteri è invece il deputato del Movimento 5 Stelle Riccardo Fraccaro, secondo il quale Gentiloni è un «renziano di ferro» e un suo governo non sarebbe altro che «un Renzi-bis travestito».
"Corriere del Trentino", 11 dicembre 2016
Prendere atto che la legislatura è finita, si voterà appena fatta la nuova legge elettorale. Se le opposizioni si chiamano fuori, come Forza Italia ieri ha confermato a Mattarella, non resta che un governo a guida Pd e se sarà Paolo Gentiloni il premier incaricato «l’affinità politica con Renzi è del tutto evidente». Infine, il Pd deve andare a congresso e la leadership di Renzi ne uscirà rafforzata. Sono le riflessioni che il senatore Giorgio Tonini, renziano, ha affidato ieri in un’intervista al Corriere della Sera.
C. Bert, "Trentino", 11 dicembre 2016
«Il voto al referendum ha dato un segnale chiaro non solo sulla riforma della Costituzione ma anche sul governo. Renzi ne ha tratto le conseguenze ed è giusto che dopo aver armonizzato la legge elettorale tra Camera e Senato si vada a elezioni». Michele Nicoletti, deputato Pd ed ex segretario dei Dem trentini, ha depositato in parlamento una proposta per tornare al Mattarellum, la legge elettorale che prevede un sistema maggioritario con le sfide dirette nei collegi uninominali e una parte di eletti con il proporzionale.
C. Bert, "Trentino", 9 dicembre 2016
L'appuntamento del 4 dicembre, preparato e atteso per mesi, è ormai alle nostre spalle ma non ci ha lasciati indifferenti. Così come tutta una comunità si è mobilitata per capire, per approfondire, per confrontarsi, per discutere e così per prepararsi a ben decidere, ora è comprensibile che se non tutta la comunità, almeno quella sua parte che ha visto rifiutare la propria proposta si interroghi con serietà sulle ragioni di tale rifiuto, sulle conseguenze che ne potranno derivare e sul nuovo cammino da intraprendere per costruire un futuro buono.
Donata Borgonovo Re, 9 dicembre 2016
All’indomani del voto, il governo con il quale il Trentino aveva raggiunto una serie di importanti accordi non esiste più. Gli effetti non sono di poco conto: la scrittura del terzo Statuto di autonomia è rinviata a data da destinarsi, le nuove deleghe (giustizia, agenzie fiscali, ipotesi sui concorsi della scuola) scivoleranno nella migliore delle ipotesi in fondo all’agenda del prossimo esecutivo, il rinnovo senza gara della concessione autostradale di A22, se non sarà rimesso in discussione, di certo subirà un ritardo.
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 6 dicembre 2016
«Non può esserci chi piange e chi festeggia», C. Bert, "Trentino", 6 dicembre 2016
Gilmozzi: «Questo è stato un voto su Renzi, non su Rossi, Olivi e l’autonomia», mette le mani avanti il segretario del Pd trentino Italo Gilmozzi. «Si conferma che come Trentino subiamo forte l’effetto nazionale. Alle Europee il Pd ha preso oltre il 40% dei voti, oggi abbiamo subito l’effetto contrario. Evidentemente anche qui si è catalizzato un certo malessere dei trentini».
Bozzarelli: «Alcuni quartieri, come le Crispi e la collina est, si sono mostrati più propensi al cambiamento. In altri, vedi Gardolo e Meano, è prevalsa la paura e la sensazione di essere “periferia”. Le persone si sentono meno incluse. Pesano le dinamiche economiche e la mancanza di fiducia nel futuro. In primis dunque la politica e il Pd devono interagire con chi vive queste problematiche».
S. Voltolini, "Corriere del Trentino", 6 dicembre 2016
Gravi e pesanti atti vandalici post referendum alle sedi del Pd di Arco, in via Ferrera, e Riva, al Condominio Piemonte, che sono state prese di mira con l’apposizione di vari fogli, uno dei quali affisso sulla sede arcense con la stella di David, simbolo dello Stato di Israele, mentre sugli altri vi è riportata la storpiatura volgare del motto della campagna referendaria pro Sì.
L. Omezzolli, "Trentino", 6 dicembre 2016
Votare «no», dopodomani, significa consegnare il paese a quelle forze che in Trentino «lisciano il pelo all’autonomia», salvo poi denigrarla nel resto d’Italia. Alessandro Olivi, da questo punto di vista, è preoccupato.
E. Ferro, "Corriere del Trentino", 2 dicembre 2016
Sono tre i motivi principali per votare Sì e sostenere la riforma della Costituzione. Il primo è che si realizza quanto tutti per decenni hanno sostenuto, e cioè che deve essere cambiato l'assetto di un parlamento con due camere che svolgono le stesse identiche funzioni, perché è una anomalia che comporta macchinosità al sistema.
Luca Zeni, 2 dicembre 2016
Mancano ormai poche ore al voto. È dunque il momento di andare al nocciolo della questione che come cittadini elettori dobbiamo dirimere con un Sì o un No. È certamente vero che lunedì mattina il sole tornerà a sorgere, qualunque sia il responso delle urne. Ma è altrettanto vero che non sarà la stessa Italia quella che i suoi raggi torneranno a illuminare e riscaldare.
Giorgio Tonini, 1 dicembre 2016
Siamo agli sgoccioli della campagna referendaria, e con l’avvicinarsi del “giorno del giudizio” si incrementano gli impegni per convincere gli ultimi indecisi (che non sembrano essere pochi).
G. Fusco, "Trentino", 1 dicembre 2016