Due promozioni e una bocciatura. La possibilità che Paolo Gentiloni possa essere scelto come nuovo presidente del Consiglio trova l’accoglimento del deputato del Pd Michele Nicoletti e del governatore Ugo Rossi. Contrario alla “promozione” dell’attuale ministro degli Esteri è invece il deputato del Movimento 5 Stelle Riccardo Fraccaro, secondo il quale Gentiloni è un «renziano di ferro» e un suo governo non sarebbe altro che «un Renzi-bis travestito»."Corriere del Trentino", 11 dicembre 2016
«Gentiloni ha ottenuto la stima di tutti per il modo in cui ha guidato il ministero e avrebbe la capacità di gestire con equilibrio una situazione complicata come quella attuale» spiega Nicoletti, aggiungendo che «se sarà lui la figura indicata dal Pd e dal presidente, sarà capace di creare quel clima positivo che serve al governo».
Ricordando la visita di Gentiloni in Trentino dello scorso settembre in occasione della celebrazione per il settantesimo anniversario dell’Autonomia, Rossi spiega che il candidato a Palazzo Chigi «è un profondo conoscitore delle autonomie speciali e della loro importanza». «I nostri partiti territoriali si sono espressi chiaramente — continua — Serve consapevolezza e una legge elettorale, e credo che la durata del prossimo governo dipenda anche da questo».
In quell’occasione Gentiloni aveva definito l’accordo Degasperi-Gruber «un’intuizione visionaria». Dichiarazioni di cui Fraccaro non si fida: «Sono state fatte in campagna elettorale — dice — Per cui le considero false, come quelle di Renzi e Boschi sul fatto che avrebbero lasciato la politica qualora avesse vinto il “no”».
Secondo il deputato pentastellato «il governo deve andare a casa come aveva annunciato» e Mattarella «non deve affidare l’incarico ma garantire il proseguimento con questo esecutivo dimissionario solo per gli affari correnti, quindi dipendendo dal parere di tutti i gruppi».
Ieri, al termine del terzo giorni di consultazioni, il capo dello Stato ha spiegato che «nelle prossime ore» valuterà e deciderà, partendo dal presupposto che «il Paese ha bisogno di un governo nella pienezza delle funzioni» per affrontare gli impegni istituzionali e per rispondere all’«esigenza generale di una armonizzazione delle due leggi elettorali di Camera e Senato».
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