Si stanno delineando due posizioni, all'interno del Pd trentino, in vista del congresso di maggio. Da una parte c'è chi, come il vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi, invita il partito a organizzarsi e unire le forze con l'obiettivo di conquistare la leadership della coalizione e per la prima volta la guida della Provincia. E si dice pronto persino a lasciare la giunta per fare il segretario, se questo potrà essere utile allo scopo.
L. Patruno, "L'Adige", 31 gennaio 2016
«Come segretario ci serve qualcuno che non si faccia mettere i piedi in testa ma che abbia una forte esperienza di dialettica e dialogo, non la vispa Teresa che si muove in un territorio di selvaggi», riflette a voce alta Donata Borgonovo Re. Non è ancora una pax siglata dentro il Pd trentino, da anni preda di faide interne, ma è qualcosa che ci assomiglia.
C. Bert, "Trentino", 29 gennaio 2016
«Dobbiamo avere il coraggio di dire che un partito litigioso e poco capace di scegliere non riesce a dimostrare la propria utilità per questo territorio». Così un gruppo di giovani iscritti e amministratori del Pd promuove per sabato a Trento (ore 10, Impact Hub di via Sanseverino 95) un incontro per raccogliere contributi per il rilancio del Pd.
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"Trentino", 28 gennaio 2016
«Non sono certissima che nel 2018 ci sarà questa coalizione». Donata Borgonovo Re dice quanto molti, nel Pd, pensano da sabato. Tra i democratici, ancora impigliati nella discussione delle regole congressuali, la rottura tra Dellai e l’Upt ha suonato la sveglia: va evitato il rischio della marginalizzazione dentro un centrosinistra autonomista a trazione Rossi-Mellarini-Simoni e, comunque, bisogna prepararsi a costituire una coalizione alternativa in caso di sfaldamento dell’attuale assetto di maggioranza.
A. Papayannidis, "Corriere del Trentino", 26 gennaio 2016
Qualche settimana fa nel corso di un'intervista al Corriere del Trentino ho avanzato l'ipotesi di vaorizzare sul piano politico il ruolo dei 549.196 cittadini che, nell'ultima dichiarazione dei redditi, hanno deciso di attribuire al PD il 2 per mille delle imposte da loro dovute. Tale ipotesi ha suscitato alcune riflessioni interessanti sul tema ad opera di Roberto Pinter, Giovanni Pascuzzi, Stefano Zambelli, Giancarlo Gallerani che esigono un chiarimento.
Michele Nicoletti, "Corriere del Trentino", 22 ottobre 2015
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ROMA. Fermi tutti, c'è un partitoda ripensare. Una commissione sulla " forma-partito" al lavoro da mesi per cambiare lo statuto. E modificare - prima di ogni altra cosa - lo strumento principe del partito democratico: le primarie. A partire da quelle regionali, che verranno riservate ai soli iscritti. Mentre per quelle nazionali si pensa a un albo degli elettori e per le primarie di coalizione, anche nelle amministrative, a una regola che consenta di candidarsi a un solo esponente del Pd.
A. Cuzzocrea, "La Repubblica", 16 ottobre 2015
"Dal prossimo congresso nazionale usciranno le linee generali del nuovo Partito democratico, entro le quali ci sarà spazio di manovra per le autonomie locali". "Credo che per i segretari regionali debbano votare solo gli iscritti: le primarie non sono un'occasione per far entrare nel PD chi non ne ha mai fatto parte. Per il segretario nazionale, essendo di regolamento interno anche candidato premier, è giusto che si esprimano sia gli iscritti sia gli elettori".
F. Parola, "Corriere del Trentino", 13 ottobre 2015
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"Abbiamo perso contatto con mondi come quello della scuola e della funzione pubblica, ci siamo innamorati troppo delle regole. Adesso il PD deve andarea congresso a gennaio o febbraio". Bruno Dorigatti dà la scossa al partito democratico. "Voto agli iscritti? Quando lo dicevo io, mi davano del bolscevico".
A. Papayanndis, "Corriere del Trentino", 14 ottobre 2015
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