Mercoledì scorso in consiglio comunale, a causa dell'assenza del consigliere Paolo Mazzoni, non si è discussa l'interrogazione che chiedeva spiegazioni (chi paga, chi gestisce) riguardo allo sportello telefonico aperto su iniziativa dell'assessore all'istruzione e alla cultura, Francesco Betalli, per dare informazioni alle famiglie sui corsi facoltativi sull'educazione di genere che numerosi istituti proporranno nel corso dell’anno scolastico. Sul tema il Pd locale si è espresso nei giorni scorsi con un comunicato.
"Trentino", 29 settembre 2015
Michele Nicoletti è stato eletto ieri capogruppo del PSE all’interno dell`Assemblea parlamentare del Consiglio d`Europa. Una nomina di grande prestigio e non scontata, frutto com’è del lavoro costante e competente di Nicoletti in un organismo che, fondato all’indomani della Seconda guerra mondiale, è tutt’ora impegnato nella promozione della democrazia, nella difesa dei diritti dell'uomo, nella costruzione di un'identità europea. Obiettivi e concetti che in questa stagione di tragiche e disperate migrazioni assumono particolari significati e implicazioni profonde. Il Partito Democratico del Trentino e il Gruppo consiliare provinciale si congratula quindi con Michele Nicoletti e augura a lui e a tutto il Consiglio d’Europa buon lavoro.
MANICA: «Aspettiamo di capire cosa propongono le minoranze. Certo se si vuole un’autorizzazione preventiva delle famiglie, dico subito di no. Sarebbe come se la chiedessimo per un percorso sulla Shoa. La maggioranza ha già presentato un emendamento che prevede che le iniziative nelle scuole passino dagli organi scolastici come il consiglio d’istituto dove sono rappresentate anche le famiglie».
C. Bert, "Trentino", 19 settembre 2015
La maggioranza di centro-sinistra autonomista, pur nella dialettica e nel faticoso clima imposto all’Aula da parte dalle minoranze per il reiterato utilizzo di forme ostruzionistiche che rallentano l'approvazione della norma, ha votato con soddisfazione a favore del primo articolo del ddl “Interventi di contrasto delle discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale, dall'identità di genere o dall'intersessualità” contenente le finalità e l’oggetto del dispositivo. Scegliendo di abrogare il secondo articolo la maggioranza ha quindi deciso di sottrarre alla polemica strumentale delle opposizioni alcuni passaggi del ddl, così da concentrarsi sull’approvazione dei punti in esso più rilevanti.
Trento, 18 settembre 2015
"Incomprensibile". Mattia Civico boccia l'ipotetico ritorno in commissione del ddl unificato contro l'omofobia, di cui è firmatario. "Non ha senso rifare il percorso, il testo è stato già due volte in commissione e ne discutiamo da tre anni. E' una norma condivisa dalla maggioranza. Il PD quindi chiede alla coalizione di mantenere gli impegni presi". Zanella (Arcigay): "Non si può trovare un compromesso con chi dice che l'omofobia non esiste. Sulla norma l'aula è stata indegna".
S. Voltolini, "Corriere del Trentino", 17 settembre 2015
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La morte di Samuelle Daves, la foto «gaffe» utilizzata da Fratelli d'Italia e finita sulle pagine e sui siti di tutti i principali quotidiani nazionali, il caso dei libri dell'Arcivescovile e le lettere inviate dal sindaco di Novaledo: tutte queste notizie, per stare solamente agli ultimi tre giorni, non hanno fatto «ammettere» al centrodestra che, forse, il tema delle discriminazioni sessuali e di genere sia più attuale e importante di quello che i vari consiglieri si sono ostinati a ribadire per tutta la giornata di ieri.
"L'Adige", 16 settembre 2015
Essere molto presenti in aula per garantire il numero legale e non ripetere l’incidente che avvenne l’ultima volta, quando le minoranze chiesero la verifica delle presenze e la seduta si chiuse anzitempo. Serrare le fila, non rispondere alle provocazioni e andare avanti. È questa la linea che il gruppo del Pd si è dato, nel breve vertice di ieri all’ora di pranzo, in vista del ritorno in consiglio, da oggi, del disegno di legge contro l’omofobia.
C. Bert, "Trentino", 15 settembre 2015
Ogni anno, in Trentino, 300 donne lasciano il lavoro per le difficoltà che incontrano a conciliare gli impegni familiari con quelli lavorativi. Altre 600 fanno la stessa scelta in Alto Adige. Basta questo dato per capire come, su molti fronti, le politiche conciliative non abbiano raggiunto tutti gli obiettivi.
P. Todesco, "L'Adige", 13 settembre 2015