Omofobia, la maggioranza si prepara a definire una base di partenza per la trattativa con le minoranze. In questi giorni, infatti, il capogruppo del Pd in Consiglio provinciale, sta cercando di trovare un minimo comune denominatore tra le anime della maggioranza, le richieste delle associazioni più attente alla vicenda (Arcigay in particolare) e le minoranze.
"L'Adige", 12 ottobre 2015
Un testo condiviso dovrebbe essere pronto nei prossimi giorni, spiega Manica, che chiarisce come lo stop e l'avvio del tavolo con le minoranze parte comunque da alcuni punti fermi da cui la maggioranza non intende derogare e potrebbe «servire finalmente a concentrare l'attenzione sui reali contenuti del disegno di legge e non su temi che sono stati ripetuti nelle sedute del Consiglio provinciale ma che nulla hanno a che vedere con le competenze della Provincia e, soprattutto, con il cuore della legge provinciale contro l'omofobia».
Se le minoranze hanno detto di voler discutere partendo dalla supremazia della famiglia nell'educazione in ambito sessuale e dalla richiesta del consenso informato sulle lezioni a scuola in materia di omofobia, Manica chiarisce che «nella legge la parte sulla scuola è solo una componente. Inoltre, quello che si dice è che si metta in evidenza il fatto che non si può discriminare una persona o un compagno di scuola solo per la sua inclinazione sessuale». Insomma, spiega Manica, di uteri in affitto o matrimoni gay la legge non parla assolutamente, e invece in Consiglio si è parlato di questo come se fosse contenuto nel disegno di legge e come se la Provincia potesse decidere in materia, cosa che ovviamente non è vera. La proposta parte dal fatto di tutelare da discriminazioni persone che hanno una sessualità diversa da altri. Si tratta di principi che sono contenuti nella Costituzione».