L'incontro - hanno sottolineato gli organizzatori del Partito democratico - era stato programmato prima che deflagrasse l'inchiesta di procura e finanza sugli appalti in Trentino.
"L'Adige", 10 ottobre 2008
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4 ottobre 2008
La nuova coalizione del presidente Lorenzo Dellai si è incontrata ieri per la prima volta al completo per iniziare a discutere di programma e soprattutto cominciare a prendersi le misure, visto che alcuni protagonisti sono cambiati rispetto al 2003 - è entrato l'Udc e sono usciti i Comunisti italiani - mentre altri, come il Patt, hanno modificato il rapporto con l'alleanza. Erano presenti, alla riunione convocata all'osteria Piedicastello, oltre al presidente Lorenzo Dellai, i rappresentanti dei partiti della coalizione: Alberto Pacher (Pd); Marco Tanas (Unione per il Trentino), Marco Boato (Verdi); Beppe Detomas (Ual), Ugo Rossi (Patt), Severino Bombardelli (Leali) e Cristian Sala (Sdi) e il segretario regionale dell'Udc, Giorgio Cattani, in sostituzione del segretario provinciale Paolo Dal Rì, che in questi giorni è in ferie all'estero.
L. Patruno, "L'Adige", 7 settembre 2008
«La decisione di Pacher è molto importante: uno dei miei timori principali è che la squadra del Pd che sarà eletta in consiglio provinciale non avesse una regia, ma risultasse essere formata da molte individualità disperse. La candidatura di Pacher risolve questo problema».
L. Patruno, "L'Adige", 3 settembre 2008
La candidatura di Alberto Pacher è arrivata a sorpresa come un piccolo terremoto sulla scena politica trentina, visto che nessuno pensava più che il sindaco lasciasse il suo posto a palazzo Thun per sostenere il Pd e il governatore Lorenzo Dellai nella sfida elettorale del 26 ottobre. La decisione di Pacher ha avuto come principale effetto di stoppare sul nascere lo scontro interno sulla esclusione dalla lista del Pd dell'assessore alla salute uscente, Remo Andreolli.
L. Patruno, "L'Adige", 3 settembre 2008
Sono i due partiti che tutti i sondaggi danno in forte crescita e che cambiano i rapporti di forza negli schieramenti. Ecco in che modo.
G. Tessari, "Trentino", 3 ottobre 2008
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E’ la notizia del giorno. Alberto Pacher, segretario del Partito Democratico del Trentino e sindaco di Trento, scende in campo. Sarà il candidato di punta della lista che il Pd presenterà alle elezioni provinciali del 26 ottobre. L’annuncio ufficiale ieri sera, dopo un’intensa giornata di contatti, quando Pacher ha convocato gli assessori della sua giunta comunale per informarli della decisione. La notizia campeggia oggi sulle prime pagine dei giornali trentini. “Sono state decisive soprattutto le richieste di molta gente del Pd, dichiara Alberto Pacher al quotidiano Trentino, commentando la sua decisione. “Ho iniziato a fare politica prima per rafforzare l’Ulivo, dice Pacher al Trentino, e poi per far nascere e crescere il Pd. Mi candido in quest’ottica per rafforzare il Pd e far vincere Lorenzo Dellai”. “Abbiamo bisogno di tutte forze disponibili, ha detto ancora il segretario del Pd al quotidiano l’Adige, e ciascuno deve fare la sua parte”.
La campagna elettorale del Partito democratico parte da piazza Duomo, nella tarda mattinata di un giorno di mercato di inizio settembre. A presentarsi al popolo delle bancarelle, volantini alla mano, ci sono molti dei candidati: i consiglieri uscenti Margherita Cogo, Giorgio Casagranda, Giorgio Viganò, Beppe Zorzi. E poi Giovanni Kessler, l'ex segretario della Cgil Bruno Dorigatti, l'assessore comunale Andrea Rudari, il presidente del Parco Adamello-Brenta Antonello Zulberti. E ancora il nuovo che avanza: Mattia Civico, Sara Ferrari, Michele Nardelli, Giulia Robol e Clelia Sandri.
L'Adige, 12 settembre 2008<
Manca invece il capolista, Alberto Pacher, assente per impegni istituzionali legati agli ultimi giorni da sindaco del capoluogo. Manca, ovviamente, il grande escluso, l'assessore alla sanità Remo Andreolli. A lui, Bruno Dorigatti ha scritto per comunicargli la propria disponibilità a cedere il posto in lista a uno degli esponenti dei Ds «delusi» dall'esclusione di Andreolli. «Tutto, pur di fare in modo che da questa situazione alla fine possa solo trarre vantaggio il centrodestra» spiega Dorigatti all'ombra della copia in bronzo del Nettuno. «Va là, mandalo a farsi friggere, l'Andreolli» gli risponde in dialetto una esercente del centro che passa di lì. È, né più né meno, il pensiero inespresso di tutti i candidati. «Le liste elettorali non sono mica un tavolo del ristorante, che si può lasciar libero per cortesia» dice Rudari. «Andreolli deve avere la coscienza di capire che può avere un ruolo fondamentale anche senza essere assessore o consigliere» aggiunge Kessler. «In politica c'è un tempo per ogni cosa - dichiara Zorzi -. Magari in passato dovrebbe esserci stata più attenzione da parte di tutti, ma ora serve che Andreolli abbia la capacità politica di comprendere che il disegno del Partito democratico va in un'altra direzione». «Indietro non si torna - chiude Casagranda -. Il comitato elettorale ha preso una decisione democratica, che come tale va rispettata».