La candidatura di Alberto Pacher è arrivata a sorpresa come un piccolo terremoto sulla scena politica trentina, visto che nessuno pensava più che il sindaco lasciasse il suo posto a palazzo Thun per sostenere il Pd e il governatore Lorenzo Dellai nella sfida elettorale del 26 ottobre. La decisione di Pacher ha avuto come principale effetto di stoppare sul nascere lo scontro interno sulla esclusione dalla lista del Pd dell'assessore alla salute uscente, Remo Andreolli.
L. Patruno, "L'Adige", 3 settembre 2008
La prima netta reazione viene dal candidato presidente del centrodestra, Sergio Divina che attacca: «La candidatura di Pacher è la classica mossa del disperato, perché denota grande preoccupazione. Dellai dice di avere in mano dei numeri che lo danno vincente, ma in realtà credo che ne abbia altri che tiene nascosti e che dicono il contrario. Per questo non sa più cosa mettere in campo e pensa che Pacher sia quel valore aggiunto che gli può consentire di calamitare maggiore consenso. Così, ha spinto Pacher a candidarsi facendogli fare brutta figura visto che aveva sempre detto che non avrebbe lasciato il Comune». «Ora - continua il senatore Divina - il Comune di Trento resterà senza testa per 6-7 mesi, nello sbando totale visto che oltre a Pacher si candida anche mezza giunta comunale».
Molto critico anche Ettore Zampiccoli , coordinatore provinciale di Forza Italia e capogruppo in consiglio comunale: «Se Pacher si candida è perché il centrosinistra è in difficoltà, altrimenti non metterebbe in campo un cavallo di razza come il sindaco di Trento, che certo è un valore aggiunto. In secondo luogo penso che questa scelta rappresenti la volontà della Margherita di mettere le mani sul capoluogo con un proprio candidato sindaco, o Grisenti o Alessandro Andreatta». Per Pino Morandini, consigliere provinciale ex Udc ora Pdl, aggiunge: «Considero atto di grave irresponsabilità istituzionale e politica la sua candidatura alle prossime elezioni provinciali perché viene abbandonata la direzione del Comune capoluogo a due anni dalla scadenza del mandato e ci costringerà ad elezioni comunali anticipate». Il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai , replica alle accuse del suo sfidante Divina: «Non capisco perché solo la Lega dovrebbe essere autorizzata a giocarsi le carte migliori. Non capisco perché dovremmo fare liste deboli per fare un favore alla Lega e non è colpa nostra se i candidati più autorevoli stanno con noi. Quella di Pacher è una candidatura di grande prestigio». Ma anche nel centrosinistra e nello stesso Pd ci sono valutazioni diverse sulla candidatura del sindaco di Trento. Molto critico si mostra Roberto Pinter , consigliere provinciale oggi del Pd ma che non si potrà ricandidare perché fermato dai limiti di mandato: «È un errore politico perché Pacher avrebbe dovuto candidarsi, se voleva farlo, qualche mese fa, prima di diventare segretario del Pd. In questo modo, ancora una volta, si intreccia il ruolo del partito con il livello istituzionale. In secondo luogo, Pacher viene meno al suo impegno con gli elettori non portando a termine il suo mandato di sindaco, mettendo a rischio la città».
Anche il consigliere provinciale ex Ds, Mauro Bondi non vede niente di buono in questa scelta: «Queste sono quelle mosse che mi fanno dire che sono contento di lasciare la politica attiva. Non è possibile che chi per mesi ha dichiarato che non si sarebbe mai candidato, all'ultimo minuto cambia idea come niente fosse. È eticamente inaccettabile». Gigi Olivieri , ex deputato diessino che sperava in una candidatura commenta: «Pacher ha fatto benissimo a candidarsi così ha chiuso la vicenda Andreolli. Ora dobbiamo accettare per disciplina le scelte, rimboccarci le maniche e lavorare per il risultato». Molto positivo è il commento dell'assessore provinciale Ottorino Bressanini , candidato del Pd: «Sono felice per la discesa in campo di Pacher, perché è una figura forte sulla città e rappresenta anche gli ex Ds e così ha messo a tacere le voci che si erano levate sull'esclusione di Andreolli». Bressanini, che in quanto ex Ds, aveva partecipato alla riunione degli autoconvocati da Laura Froner per discutere del ripescaggio di Andreolli commenta: «Mi spiace che quella riunione ci abbia mostrati ancora una volta litigiosi. L'idea spessa di una riunione di ex Ds mi è sembrata un ritorno al passato. Qualcuno rincorre la nostra ex linea politica e così distrugge la nostra attuale linea politica». Per Luca Zeni , giovane candidato del Pd: «Pacher è il valore aggiunto di una lista già buona e molto competitiva dove i giochi sono aperti». Giorgio Lunelli , candidato dell'Upt, difende Pacher e replica a Divina sulle dimissioni da sindaco: «Da che pulpito viene la predica. Il candidato Divina si è forse dimenticato di essere stato eletto senatore solo sei mesi fa? Quando il 27 ottobre sarà eletto in consiglio provinciale, perché così sarà anche se non vincerà le elezioni, si dimetterà, in barba alla volontà popolare, da senatore o da consigliere? Il voto tradito sarà quello dei leghisti».