Trento, 20 luglio 2010
Lo Statuto di autonomia assegna al Trentino una ampia libertà legislativa, ma con essa un forte ruolo di responsabilità.
La materia salute nella sua accezione più ampia, di benessere delle persone singole e nel loro comporre comunità, è senza dubbio il tema più caro ad ogni individuo e pertanto, la nostra statutaria possibilità di fare leggi su questo, ci assegna una responsabilità massima. La assegna principalmente a chi governa, ma in questo caso è giusto ricordare che la legge votata venerdì 16 luglio in Consiglio provinciale, è il prodotto di un lavoro concorde della maggioranza (tra cui un lavoro cospicuo del PD) e di un parte dell’opposizione, che si sono sforzate, nel rispetto di visioni politiche diverse, di andare al merito delle scelte, avendo come obiettivo, come faro, l’interesse specifico delle donne e degli uomini, dei bambini e degli anziani, della nostra provincia. A fronte di una spesa pubblica che cresce, di una spesa corrente che nel capitolo sanitario aumenta di anno in anno, sappiamo che invece le risorse finanziarie a disposizione non vanno certo aumentando, è un bene allora che questa legge preveda anche una riorganizzazione del sistema trentino. Perché razionalizzare un sistema importante e complesso come quello sanitario, permette di svecchiarlo, di migliorarne i lati più deboli, di eliminarne le inefficienze, di valorizzarne le eccellenze che già c’erano e noi ci impegneremo anche politicamente a vigilare perché ciò avvenga. L’aver votato questo provvedimento ad inizio legislatura ci dà poi la possibilità di dire che la legge di oggi non è data una volta per tutte, ma ci saranno passaggi applicativi di essa che ci vedranno ancora coinvolti in sede di commissione legislativa. Il Piano Provinciale per la salute, lo strumento programmatorio più importante che determina indirizzi ed obiettivi di salute e le modalità di attuazione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria e socio-sanitaria, prevede il parere della IV commissione consiliare. Non solo, la materia è così complessa ed ha tali diverse implicazioni sulla qualità della vita di tutti noi, che ci saranno senz’altro nel corso della legislatura altre successive occasioni per affrontare e cercare di risolvere i problemi legati alla salute.
Con questa legge chi governa si assume la responsabilità di delineare gli obiettivi da raggiungere e delega l’azienda sanitaria a gestire le modalità operative per raggiungerli. Credo che faremo passi avanti con questa legge nel portare democrazia sanitaria in ogni angolo della nostra provincia, con la capacità di riconoscere l’esigenza di integrare servizi sanitari e sociali sul nostro territorio, poiché l’individuo nelle sue varie esigenze e necessità è un tutt’uno. Se riusciremo ad ottenere la “presa in carico” delle persone in stato di sofferenza, senza frazionare le risposte in ambiti diversi che non comunicano tra di loro, avremo accompagnato i pazienti nel modo migliore rispetto ai loro bisogni di salute. Questa legge ha poi un altro pregio, non solo è frutto di una elaborazione condivisa, ma viene dopo aver audito decine e decine di soggetti a vario titolo interessati e anche a posteriori prevede un iter partecipato da tante voci e contributi di professionisti diversi anche nel suo ambito applicativo, imponendo organismi collegiali nelle sedi decisionali, sia centrali, sia territoriali nei “consigli per la salute” istituiti in ciascuna comunità di valle, che hanno un ruolo sia in fase programmatoria, che nel momento della valutazione dei servizi.
Del sistema sanitario ci lamentiamo sempre tutti perché anche la più piccola disfunzione, che in altri settori sarebbe valutata per il peso oggettivo che ha, quando riguarda la salute diventa, legittimamente, inaccettabile per chiunque. Ciò significa che ci vuole un impegno maggiore che in qualsiasi altro settore per soddisfare le giuste aspettative delle persone in stato di sofferenza, è giusto però che riconosciamo che si cerca di fare il massimo in un sistema che necessariamente, volendo essere universalistico, ha delle rigidità da scontare. Ma se per fortuna il nostro sistema sanitario nazionale e provinciale è pubblico e garantisce l’assistenza sanitaria a tutti, dobbiamo anche essere consapevoli che miriamo tendenzialmente a garantire sempre il meglio sia in termini di qualità che di tempi delle prestazioni e che questi sono sempre perfettibili, ma scontano il fatto di volere un diritto e un servizio uguale per tutti. Il mondo ha plaudito al presidente Obama perché con la sua riforma epocale sta portando negli Stati Uniti questo principio. Ebbene allora io credo che anche noi nel nostro piccolo possiamo e dobbiamo andare orgogliosi di aver cercato anche con questa legge e di continuare a cercare il modo migliore per onorare questo impegno con tutti, nonostante il tentativo dell’attuale governo nazionale di indebolire il sistema sanitario pubblico.
Sara Ferrari