Trento, 16 luglio 2010
Nei giorni in cui il governo chiede la fiducia sulla manovra, gli esponenti del PD vogliono ribadire l’inadeguatezza e l’iniquità delle misure proposte. L’idea è quella di portare nelle principali città italiane l’idea di manovra alternativa del PD: perché i sacrifici siano distribuiti in modo equo, perché la ripresa non sia soffocata e la nostra Autonomia non sia compromessa dal centralismo della manovra.
Nonostante il Governo, mettendo la fiducia, abbia completamente sottratto il provvedimento a qualsiasi possibilità di discussione, il Pd ritiene comunque importante esporre le ragioni del no al provvedimento e le sue proposte per la crescita, l’equità ed il lavoro perché, come afferma Enrico Letta “un’altra manovra è possibile”.
1) Il Pd riconosce la necessità di una manovra finanziaria, ma auspica che l’Italia possa impegnarsi, in sede europea, per il rilancio di un disegno unitario europeo, che sappia coniugare, assieme alla politica del rigore e del risparmio, anche un impegno più forte per la creazione di meccanismi di finanziamento della crescita;
2) E’ positivo che il governo sia finalmente tornato sui suoi passi, adottando misure contro l’evasione fiscale che a suo tempo lo stesso centrodestra aveva contribuito a demonizzare quando erano state presentate dal ministro Visco. Ma degli 8 miliardi di euro che si dovrebbero ricavare (circa 1/3 dei proventi della manovra) corrispondono a mezzo punto di pressione fiscale in più sugli italiani: perché non destinarne la metà per ridurre le aliquote irpef sul lavoro delle donne? L’occupazione femminile, che nel nostro Paese sfiora a fatica il 50%, ne trarrebbe un grande vantaggio;
3) I tagli per 15 miliardi di Tremonti sono “tagli lineari”: si isola la parte modulabile di ogni capitolo di spesa pubblica, che solitamente corrisponde al 10% del totale, e si attua un taglio orizzontale netto e indiscriminato; senza contare che il risparmio preventivato da Tremonti consiste spesso in rinvii di spesa o in riduzioni di spese stimate. Sono tagli che colpiscono principalmente gli enti locali e non il governo centrale, che dimostra in questo modo di avere poco coraggio e lungimiranza. Il Pd propone di tornare al metodo dei tagli adottato da Padoa Schioppa, : deve essere preso in considerazione tutto il capitolo di spesa e dopo un’attenta valutazione si deve intervenire con riforme strutturali, che rimangano nel tempo.
4) Il Pd chiede più misure di liberalizzazione che vadano a intervenire soprattutto sui mercati chiusi, come ad esempio quello del gas.
Gli emendamenti del Pd alla manovra rispecchiano un modo di fare opposizione responsabile e propositivo a una linea di governo che non produrrà risultati durevoli.
Il Trentino non può considerarsi estraneo al contesto nazionale: nel bene e nel male c’è un rapporto di solidarietà che ci lega con il resto d’Italia – ha sottolineato Michele Nicoletti – e che ci chiede di fare la nostra parte per migliorare il quadro nazionale, impegnandosi nel cambiamento contro un governo inadeguato che non garantisce l’equità e non offre alcuna prospettiva di futuro.
Anche in Trentino, seppur in maniera minore, questa manovra farà sentire i suoi effetti, soprattutto nei settori di competenza dello stato, sull’occupazione giovanile e sulle pensioni.
“Per fare un esempio - ha concluso l’On. Froner - un provvedimento ‘virtuoso’ adottato anche nel nostro Trentino come il 55% detrazione fiscale per la riqualificazione energetica degli edifici è rimasto vittima della scure di questa finanziaria, nonostante la nostra ferma opposizione”.
Grazie però all’efficace manovra anticrisi messa in atto dalla nostra giunta provinciale, incentrata sul sostegno ai salari minimi, alle imprese e al settore della scuola e dell’università, il Trentino è pronto ad affrontare queste difficoltà e a guardare con più fiducia al futuro.