Ianeselli: «Bilancio di responsabilità. Il 2026 sarà eccezionale»

Franco Ianeselli lo definisce un «bilancio di responsabilità». Perché, dice il sindaco di Trento, questa prima manovra della consiliatura si è inserita in un «contesto che si è presentato fin da subito complicato». Ma «è stata scritta con il fermo proposito di non ridurre i servizi ai cittadini e di non compromettere la continuità di iniziative importanti in campo sociale, culturale o educativo».
Marika Giovannini, "Corriere del Trentino", 11 dicembre 2025

Davanti al consiglio di Palazzo Thun, nella sua prima relazione a bilancio dalle elezioni di maggio (in via Belenzani, il presidio dei lavoratori del call center di Dolomiti Energia), il primo cittadino ci tiene dunque a fissare il quadro. Guardando a un 2026 che si prospetta «per certi versi irripetibile» sul fronte delle opere concluse. Ma senza archiviare un 2025 complesso. A partire dai rapporti con la Provincia, in particolare sulle misure di abbattimento delle rette dei nidi, con scintille volate anche in Consiglio delle autonomie.

La riflessione di Ianeselli parte da un principio cardine. Che il sindaco pone alla base di ogni bilancio di previsione comunale: «L’obiettivo — osserva — è il bene comune, l’equilibrio tra generazioni, le connessioni tra quartieri, la costruzione, fisica e metaforica, di quelle che potremmo definire “architetture di noi”». In una parola: il «fare città». Un sentimento, prosegue il primo cittadino, «che ci ha fatto da guida durante l’eccezionale stagione di investimenti» che porterà, nel 2026, al taglio del nastro di molte opere strategiche, per un valore di oltre 80 milioni. «Il 2026 sarà un anno eccezionale, un anno destinato a lasciare un’impronta profonda sulla città» ammette Ianeselli. Che mette in fila le grandi infrastrutture in dirittura d’arrivo: dall’hub di interscambio all’ex Sit fino all’ascensore inclinato verso Mesiano, dalle nuove piscine Manazzon fino al Santa Chiara Open Lab. E che guarda già all’impegno della «messa in esercizio» delle nuove opere, «che coinvolgerà anche altri enti, altri soggetti pubblici e privati». Come per il nuovo quartiere creativo previsto al Santa Chiara. «Avremo tutti il compito — incalza Ianeselli — di dare un’anima agli edifici rinnovati, di riempirli di contenuti, di vita, di attività, a servizio di chi vuole innovare, fare impresa, inventare, mettere alla prova idee e progetti». In una visione che guarda ai talenti della città. E ai giovani. Ai quali il sindaco dedica un capitolo a parte. «Ci troviamo — sottolinea Ianeseli, citando l’economista Tommaso Nannicini — di fronte a una duplice emergenza: l’Italia oggi soffre non solo a causa delle culle vuote, ma anche per colpa degli aerei pieni di giovani che vanno all’estero». Una perdita di capitano umano dal quale il Trentino non è esente: una «situazione allarmante», secondo il primo cittadino, che «deve essere affrontata fin da subito come una priorità dalle istituzioni trentine, dall’intero sistema della formazione e dal mondo economico». Prendendo spunto dalle intuizioni del passato. Per guardare avanti: «I ragazzi che escono dalla nostra Università — riflette Ianeselli — hanno bisogno della consapevolezza di abitare in un territorio che vuole continuare a essere un avamposto sul futuro, un territorio che investe e innova riguarda a temi di stringente attualità come l’invecchiamento della popolazione o il cambiamento climatico o la gestione virtuosa dei fenomeni migratori».

E spingendosi ai prossimi impegni, il sindaco ricorda anche la variante al Prg, «necessaria a governare le tante trasformazioni, oltre che a dare una forma contemporanea alla città». Una variante che affronta il nodo abitativo, avvalendosi di vecchi e nuovi strumenti: l’obbligo, per chi costruisce, di destinare una parte di residenza all’edilizia sociale, il partenariato pubblico-privato, il recupero del patrimonio esistente. «La prima adozione del nuovo strumento urbanistico — detta i tempi il sindaco — potrebbe arrivare nel 2027».

Nel frattempo, tratteggia l’agenda il primo cittadino, si continuerà a lavorare per mantenere i servizi ai cittadini. Nonostante «alcune distorsioni che, non da oggi, caratterizzano il protocollo di finanza locale». E che, rilancia Ianeselli, «sono diventate evidenti quest’anno più che in altre occasioni». Il riferimento, chiaro, è all’aspro confronto che si è consumato in Consiglio delle autonomie poche settimane fa. Con un protocollo «presentato tardivamente», tra «ultimatum sui tempi di discussione e approvazione». Ma soprattutto con la questione della nuova misura sui nidi prevista dalla Provincia, che ha creato malumore tra i sindaci per le modalità: si prevede un rimborso alle famiglie senza passare per i Comuni, con l’impegno chiesto a questi ultimi di non aumentare le rette. «Così si mina l’autonomia tariffaria comunale» tuona Ianeselli. Che già aveva criticato la linea di Piazza Dante. E che ora rincara la dose: «Se questa fosse davvero una manovra anti-Trento — avverte — sarebbe un intento miope. Perché azzoppare Trento significa rallentare tutti. E correre il rischio di diventare tutti un po’ più poveri». Ma questo non è l’unico affondo alla Provincia. Il sindaco punta il dito anche sull’avanzo di amministrazione record dichiarato nel rendiconto 2024: una notizia che «ai Comuni in difficoltà, costretti a limare le cifre per chiudere i bilanci, fa male leggere». In questo quadro l’amministrazione, per riuscire a «mettere in sicurezza gli equilibri di bilancio», è intervenuta con la manovra Imis, che tante polemiche ha provocato. «Eppure — ribatte Ianeselli — alla luce del protocollo di finanza locale, solo grazie al milione e 700mila euro recuperati eliminando l’aliquota agevolata a chi affitta a canone concordato abbiamo scongiurato tagli ai servizi».

Infine, un accenno alla sicurezza. Con una stilettata al centrodestra. Questa volta nazionale. «Nell’assemblea dell’Anci a Bologna — conclude il primo cittadino — ho registrato lo scoramento dei sindaci di ogni colore politico. L’invito, sgomberato il campo dal populismo e dalla propaganda, è di non chiedere ai sindaci di avere la bacchetta magica. Ma di costruire una strategia comune».

 

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