Dai park scambiatori fino al tram-treno: la sfida della città per ridurre le auto

 Michele Brugnara parte da un dato, contenuto nel Piano rubano della mobilità sostenibile del capoluogo: nei giorni feriali, a Trento, gli spostamenti in automobile sono più di 320mila. «Una cifra che mostra una congestione pesante del traffico in città» osserva l’assessore comunale alla mobilità sostenibile.
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 25 novembre 2025

Che subito rilancia: «Così non si può andare avanti». Per invertire la rotta, Brugnara torna a concentrare lo sguardo sul Pums. Fissando obiettivi a breve e lungo periodo: dai parcheggi scambiatori fino al nuovo sistema di tram-treno, al centro domani del decimo forum della mobilità sostenibile (inizio alle 17 a Palazzo Geremia). Sotto la lente, in particolare, l’esperienza di Innsbruck, città alpina, turistica e universitaria come Trento, dove il tram-treno è già una realtà. Ma anche la novità normativa introdotta in Italia a settembre, che permette anche nel nostro Paese di presentare progetti di «ferrovia leggera». Di fatto, quel sistema di trasporto su rotaia ad alta frequenza, ad alta capacità e ad alta attrattività prospettato proprio dal Pums.

«Questa — avverte l’assessore — è una infrastruttura che cambia il paradigma della mobilità». E che permette, ricorda ancora Brugnara, di semplificare il quadro dei progetti emersi finora: dal potenziamento degli autobus nel tratto compreso tra Trento e Lavis fino al raddoppio dei binari della Trento-Malè, passando per la tranvia. «La visione — tratteggia il quadro l’assessore — è quella di pensare a un trasporto pubblico con una valenza di area vasta». Non solo Nordus, dunque, ma un sistema in grado di collegare il capoluogo e la Piana Rotaliana, «tenendo conto — precisa l’assessore — delle grandi trasformazioni urbanistiche in atto»: il nuovo Polo ospedaliero e universitario di via al Desert, l’area sportiva delle Ghiaie con la futura piscina, il complesso sportivo di San Vincenzo («Preferisco chiamarlo parco ricreativo e sportivo»). La visione, in via Belenzani, è già abbozzata «anche se — fissa le tappe Brugnara — servirà uno studio ad hoc»: l’ipotesi di esercizio è di prevedere due tram-treni all’ora in parenza da Mezzolombardo fino a Mattarello e di altri due tram-treni all’ora in partenza da Lavis. «In questo modo — sintetizza l’assessore — nella tratta Lavis-Mattarello si garantirebbe una cadenza di un tram ogni 15 minuti». Un vantaggio non indifferente, tenendo conto anche dei benefici del sistema: «Il tram-treno può viaggiare in parte fuori dalla sede stradale e seguire le regole ferroviarie, ad esempio sui passaggi a livello, e in parte in carreggiata, obbedendo alle regole del codice della strada». E dunque seguendo le indicazioni di semplici semafori. «Questo — nota Brugnara — consente al tram-treno di essere più veloce, più puntuale, più capillare. E dunque più attrattivo. Senza contare che migliorerebbe il servizio della Trento-Malè, visto che scomparirebbero le fermate urbane da Lavis a Trento. E non impatterebbe nei collegamenti viabilistici est-ovest, essendo regolato da semafori».

Il tram-treno però è un obiettivo a lungo termine: entro la fine della consiliatura si prevede la definizione del progetto e il reperimento delle risorse. E nel frattempo? «Entro l’anno — risponde l’assessore — con Trentino Trasporti definiremo le tappe dell’aggiornamento della rete urbana su gomma». Non solo: «Stiamo andando avanti sul parcheggio scambiatore all’altezza della Bermax, di cui si parla da anni». Lo studio è a buon punto. Ora bisogna entrare nel vivo. Con un passo in più: «Si può prevedere fin da subito la creazione di alcuni tratti di corsia preferenziale per il trasporto pubblico, senza aspettare il tram-treno». In modo da rendere più appetibile il parcheggio di attestamento per i pendolari. «Stiamo verificando infine — conclude Brugnara — la possibilità di ricavare altri posti auto nell’area dello svincolo di Canova, prevedendo poi bus capienti per arrivare in città».