Inclusione scolastica: un sistema che scricchiola. Troppi ritardi e nessuna prospettiva di miglioramento

L’inclusione scolastica è fondamentale per la nostra autonomia ma nonostante le risorse siano disponibili e la normativa chiara, molti studenti con bisogni educativi speciali non trovano il sostegno di cui hanno diritto.
Michela Calzà, 22 novembre 2025

Una situazione che genera disservizi, discontinuità educativa e un carico difficilmente gestibile per scuole e famiglie: ritardi sistematici nelle assegnazioni del personale, mancanza di continuità educativa, gare d’appalto complesse che lasciano gli istituti senza strumenti adeguati e una formazione degli operatori non all’altezza di sfide sempre più complesse.

L’inizio di quest’anno scolastico ha purtroppo confermato criticità già note: studenti con diritto all’assistenza che hanno dovuto attendere settimane per l’arrivo di insegnanti o educatori. Turn-over continuo dovuto alla precarietà contrattuale, istituti costretti a gestire procedure amministrative che non rientrano nelle loro competenze e un sistema sanitario che, per carenze di personale, fatica a garantire supporto regolare alle scuole.

A ciò si aggiunge un quadro provinciale che non è stato aggiornato rispetto alle innovazioni introdotte a livello nazionale, come il modello unico e digitalizzato del Piano Educativo Individualizzato (PEI). Mentre il resto del Paese ha intrapreso un percorso di standardizzazione e tracciabilità, in Trentino ogni istituto si arrangia con modelli propri, con evidenti disparità e disomogeneità.

Grave appare anche la mancata ricostituzione del GLIP – il Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale – fermo al 2018.

Per queste ragioni la consigliera Calzà, come prima firmataria, ha depositato oggi un’interrogazione per chiedere alla Giunta provinciale chiarezza sui numeri, sulle responsabilità e soprattutto sulle soluzioni che si intendono adottare per garantire finalmente un sistema di inclusione scolastica che sia all’altezza dei bisogni degli studenti e delle loro famiglie.

Il diritto allo studio non può essere oggetto di improvvisazione né sacrificato a ritardi amministrativi o inefficienze organizzative. L’autonomia vale se funziona: oggi, purtroppo, sul fronte dell’inclusione scolastica funziona troppo poco” - conclude Calzà

 

IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE