I dati di Nomisma sul Comune di Trento e quelli sugli sfratti non fanno che confermare quello che denunciamo da tempo: la difficoltà di accesso alla casa è un problema strutturale complesso e com molte sfaccettature. Conferma anche che, assieme all’edilizia pubblica, le questioni da affrontare sono lo sfitto e gli affitti turistici brevi, oltre che la necessità di più posti letto per studenti.
Paolo Zanella, 7 ottobre 2025
Si conferma quindi che in questi due anni l’assessore Marchiori non è stato in grado di aggredire il problema. Se si investe ancora in contributi all’acquisto (che tra l'altro, vista l’entità di massimo 20.000 euro, non incidono nella possibilità o meno di comprare casa, stante i costi proibitivi) significa che non si è capito che le fasce in difficoltà sono quelle che cercano alloggi in affitto e, o non ne trovano, o trovano canoni proibitivi. Non basta nemmeno l’autorecupero ITEA o il bando per le agenzie di mediazione sociale, che sono passi nella giusta direzione, ma timidi e procedono a rilento.
Ciò che serve e continueremo a proporre sono un ventaglio di misure per aggredire le diverse questioni. Per gli sfitti il fondo di garanzia per i proprietari - contro morosità e danni -, ma anche piccoli contributi per ristrutturare alloggi e renderli affittabili, vincolandoli a locazioni a canone agevolato per quindici, vent’anni. Sull’edilizia residenziale pubblica serve nuova edilizia popolare in numeri congrui rispetto ai bisogni - non basta l’housing sociale con RiUrb e RiVal - con un piano di edificazione decennale, anche vincolando le aree edificabili dove sono previste grandi cubature a destinare una percentuale degli alloggi ad appartamenti a canone sostenibile. Anche le cooperative edilizie a proprietà indivisa andrebbero sostenute perché bene risponderebbero ai bisogni abitativi delle famiglie unipersonale, che hanno poco interesse a lasciare la proprietà a qualche erede.
Gli affitti turistici brevi vanno contenuti, lo abbiamo già proposto vedendo bocciata la norma, ma si trovino altri modi per reindirizzare verso il residenziale. Lo vediamo con l’aumento degli sfratti per finita locazione, che aumentano evidentemente per destinare gli appartamenti ad affitti brevi.
Queste famiglie sfrattate vanno tutelate, perché il loro potere di acquisto è precipitato a causa dell’inflazione e non si può correre il rischio finiscano in bassa soglia: serve un tavolo permanente che si faccia carico dei singoli casi e accompagni le famiglie verso risposte abitative appropriate alla loro situazione.
Da fare ce n’è tanto, basterebbe che l’assessore ci ascoltasse e agisse in tempi congrui.