Statuto, emendamenti da PD e M5S

Scadevano ieri i termini per gli emendamenti in commissione sul disegno di legge sulla riforma dello Statuto di autonomia. Sono 31, la maggioranza è dei 5 Stelle, gli altri del Pd, a firma della deputata trentina Sara Ferrari. Di FdI ce n'è solo uno, «tecnico», dice il proponente Alessandro Urzì.
"Il T Quotidiano", 6 agosto 2025

 

Ma questo unico emendamento apre la questione politica: «Avevano detto che il testo era blindato, che come sarebbe uscito dal Consiglio dei ministri, così sarebbe stato votato. Poi arriva un partito della maggioranza e propone un emendamento. Allora vale tutto, e si discuta sul testo, nel merito, anche alla luce delle nostre proposte». E eccole le proposte dei Dem, che puntano soprattutto al rafforzamento della clausola di garanzia, quella che mette al riparo lo Statuto da modifiche unilaterali del Parlamento.

«Negli anni si è lavorato per immaginare un strumento che consentisse una soluzione pattizia che tutelasse l'autonomia speciale da una eventuale intenzione unilaterale dello Stato di modificarne lo statuto. Con la proposta che Calderoli e la destra propongono oggi al voto, salta il parere preventivo e si prevede che il Parlamento approvi uno schema di intesa in prima lettura, poi conceda due mesi di tempo ai consigli regionale e provinciali per dare il proprio assenso e, in caso di mancato assenso, il Parlamento approva comunque quelle modifiche con la maggioranza semplice».

Uno degli emendamenti è per alzare la maggioranza: «Se il Parlamento si dovesse in futuro trovare a operare una forzatura simile senza intesa, dovrebbe essere legittimato almeno dal voto dei due terzi dei suoi componenti». Mentre un altro emendamento prevede, in caso di mancata intesa, la costituzione di «un tavolo paritetico». Altri emendamento sono per «lasciare al Consiglio provinciale e non alla giunta» la possibilità di impugnare leggi dello Stato lesive delle prerogative dell'Autonomia. «Gli emendamenti che ho depositato raccolgono rilevazioni che sono state fatte durante il dibattito in Consiglio regionale e nei Consigli provinciali, anche da parte dei tecnici e degli esperti costituzionalisti.

Propongo poi — afferma la dem — di non perdere l'occasione per riconoscere all'interno dello Statuto la facoltà di Regione e Province autonome di definire accordi di carattere internazionale con altre Regioni e altri Stati, in armonia con i principi delle leggi statali, che si è sostanziato già nella costituzione dell'Euregio; ma anche la necessità di raccogliere in Statuto la promozione delle azioni per la parità di genere previste dalla Costituzione per le Regioni ordinarie».

A Ferrari risponde Urzì: «Finalmente il Pd si è risvegliato dal suo lungo letargo sulla grande stagione di riforma dello Statuto. Sara Ferrari comunica di essersi fatta venire alcune idee, dopo ormai due anni di lavori preliminari, in cui il Pd nulla ha presentato alla maggioranza ed è stato un mutuo spettatore nell'ampio dibattito pubblico sull'argomento». E già stoppa le proposte della deputata: «In quanto relatore del provvedimento mi assumo l'impegno a dare pareri precisi e circostanziati su ogni singolo emendamento presentato dall'opposizione. Alcuni anticipati dalla stessa onorevole Ferrari dimostrano purtroppo la scarsa conoscenza del sistema costituzionale italiano, come la richiesta dei due terzi nel caso non ci sia l'intesa».