Grazie al Rettore della nostra Università che, con un gesto plateale e severo, ha stigmatizzato l'attuale gestione di Tsm, la società provinciale che si occupa di formazione, scoperchiando di fatto la guerra politica - tutta interna alla maggioranza - in atto anche dentro questa società.
Alessio Manica, 2 agosto 2025
Occupazione esplicita del potere, beghe per qualche posto al sole, calci sotto la sedia per marcare politicamente il territorio: questo emerge dalla vicenda.
La Comunità trentina assiste da mesi agli scontri interni della maggioranza accompagnati da queste misere vicende perpetrate da rappresentanti della maggioranza in enti e società pubbliche. Ma a rimanere danneggiati sono i nostri enti e le società, come questa, costruite con lo scopo di offrire supporto alla pubblica amministrazione, per metterla nelle condizioni di dare i migliori servizi ai cittadini. Quindi, di fatto, alla fine a pagare sono tutti i Trentini. Se le cose non funzionano è soprattutto perché le competenze che andrebbero richieste nella copertura di ruoli chiave sono fagocitate dalla spartizione di cariche e quindi di potere, a volte solo per le indennità collegate, con la conseguenza che i migliori fuggono o sono messi platealmente alla porta.
Tsm non è di certo la prima vicenda che mette in luce una gestione inadeguata delle società di sistema.
Si dovrebbe pretendere da chi ci governa di fare piazza pulita di comportamenti indecenti, in tutti i settori in cui questi avvengono. È triste, invece, che a pretendere rispetto di compiti, ruoli e competenze debba essere chi, come il Rettore, lontano da logiche politiche, quotidianamente si occupa di costruire il futuro della nostra comunità e siede nella governance di questa società con l’obiettivo di accrescere le competenze della nostra classe dirigente.