Il pasticcio gestionale che sta coprendo di ridicolo la nomina del prossimo direttore del museo “Castello del Buonconsiglio – Monumenti e Collezioni provinciali” è giunto al suo apice con il dibattito in Consiglio provinciale.
Lucia Maestri, 4 luglio 2025
Davanti ad una richiesta di trasparenza, come già più volte successo, il Presidente della Provincia si è eclissato, lasciando ai suoi Assessori districare una matassa politica ed amministrativa da lui stesso creata.
Persone tenute all’oscuro dei fatti e del loro svolgersi, si sono dovute sobbarcare l’ingrato compito di motivare scelte altrui, arrampicandosi su giustificazioni oggettivamente deboli ed entrando anche in contraddizione fra loro. Mentre infatti il Vice Presidente dichiarava che il pateracchio è dovuto ad un errore materiale, spiegando così l’improvvisa lievitazione dei candidati al colloquio selettivo da 5, inizialmente prescelti, a 14 ammessi con una strana seconda selezione, l’Assessore competente affermava invece di essere lei l’autrice del reiserimento delle 9 figure ulteriori nella rosa degli ammessi al colloquio di selezione. Forse concordare una versione unica - e possibilmente, anche più credibile – poteva ottenere risultati migliori, posto che se errore materiale vi è stato, questo poteva riguardare una o al massimo due candidature, ma è difficile credere che fossero ben 9 le vittime di altrettanti errori tecnici. E gli altri esclusi dalla selezione, pur vantando a quanto si dice curriculum del tutto prestigiosi e aderenti al profilo direzionale indicato, per quali ragioni sono stati esclusi?
In questo strenuo arrampicarsi sui vetri, sono le manovre di corridoio che paiono prevalere, ancora una volta, sul merito e sulla competenza, in un Paese che ha addirittura un “Ministro del merito”? Perchè il Presidente della Provincia si muove su questi terreni, dopo aver più volte verificato la loro pericolosità, come un monarca assoluto e dispotico? Sono questi alcuni degli interrogativi che nascono alla luce di un’ennesima vicenda oscura e nebulosa, avvallata, coperta e giustificata dalla Giunta provinciale, in un silenzio imbarazzante e complice. Ma quando sarà che l’interesse generale potrà prevalere sul “prima noi” che adesso governa questa terra?