Il Trentino esca dall'appiattimento

Le tornate elettorali hanno il merito di sollecitare discussioni e alimentare confronti. Le elezioni comunali e il referendum hanno contributo non poco a rinvigorire il dibattito, anche dentro i partiti. È positivo che si discuta.
Francesca Parolari, 20 giugno 2025

Ho sostenuto convintamente i cinque quesiti referendari proprio perché offrivano l'occasione di parlare di temi concreti, lavoro e diritti. Devo ammettere d'altra parte che, poco incline ai tatticismi politici, partecipo con scarsa convinzione alle discussioni che non affondano le mani nel merito delle questioni. Sono infatti profondamente convinta che come centrosinistra dobbiamo riportare la discussione sui contenuti per elaborare soluzioni - alternative, sfidanti e tangibili - ai grandi problemi che toccano da vicino i Trentini.

Credo che le forze di centrosinistra, e fra queste il Partito Democratico del Trentino, abbiano molto da dire alla comunità trentina che sta toccando con mano quanto la presunta vicinanza alla gente e ai territori dei nostri attuali governanti si traduca in presenzialismo di facciata.

Quando le cure sanitarie e assistenziali in Trentino sono garantite solo a chi può permettersele - liste d'attesa infinite, personale in fuga, gettonisti - chiediamoci cosa la politica di centrodestra fa per evitare questa deriva. E ribadiamo su cosa invece chiediamo, a gran voce, di investire: in leadership che sappiano valorizzare il personale, in giuste retribuzioni, in modelli di organizzazione del lavoro rispettosi dei tempi di vita, nell'innovazione tecnologica, sulla prossimità ospedale-territorio a beneficio della continuità di presa in carico del paziente, nella costruzione di soluzioni a filiera per l'invecchiamento.

Quando chi lavora nell'educazione e nell'istruzione è lasciato solo rispetto alle fragilità dei minori e alle istanze delle famiglie, poniamoci la domanda su quanti e quali investimenti, negli ultimi anni, sono stati fatti in questi ambiti. Ed anche qui ribadiamo con forza ciò che invece va preteso: di garantire, specie attraverso i nidi e le scuole dell'infanzia, il diritto all'educazione di qualità, universale e gratuita, resa dentro ambienti educativi coerenti da professionisti valorizzati; di costruire comunità educanti in cui le scuole diventano agenzie educative sostenute con indirizzi chiari, risorse adeguate e affiancate da professionalità competenti, in grado di costruire solide strategie educative con famiglie e territorio.

Quando il turismo mordi e fuggi toglie ai giovani e ai lavoratori il diritto alla casa e avvelena la terra e l'aria, guardiamo come e dove sono state allocate oggi le risorse e chiediamoci se è questo il modello di crescita che vogliamo o se, piuttosto, crediamo sia meglio favorire uno sviluppo che dia reddito attraverso più attenzione e rispetto del territorio, regolamentando gli affitti brevi e tenendo conto di chi sul territorio vive tutto l'anno.

Quando i salari, soprattutto di giovani e donne, generano povertà, i negozi chiudono, le imprese, gli ospedali e le Rsa non trovano più lavoratori, gli infortuni sul lavoro diventano mortali, domandiamoci se a conti fatti le soluzioni dei nostri governanti provinciali sono davvero efficaci. Di fronte anche qui all'evidenza, insistiamo invece con convinzione declinando cosa si può fare di diverso: sostegno alla produttività delle imprese attraverso maggiori incentivi selettivi che spingano all'innovazione, lungimiranti piani industriali, politiche coraggiose sui congedi parentali, investimenti sulla sicurezza sul lavoro attraverso formazione e affiancamento oltre che maggiori controlli, piani casa per dare risposte immediate alle giovani famiglie e ai lavoratori, garantendo tutele a chi la casa la mette a disposizione, sostegno ad un sistema cooperativo più solidaristico e meno autoreferenziale.

Quando, infine, il flusso migratorio non viene gestito e la sicurezza diventa un problema oggettivo, guardiamo dove ci hanno portato le politiche leghiste e meloniane di smantellamento dell'accoglienza e chiediamoci: che ruolo hanno avuto nel declino del nostro ben-essere, reale e percepito? Se il Trentino esce dall'appiattimento e alza lo sguardo non si tratterà solo di far vincere una parte politica a scapito dell'altra. Vincerà il Trentino tutto.