Cooperazione trentina senza mandato

In queste settimane si è evidentemente inaugurata la stagione della revisione dei limiti di mandato. Dopo il teatrino sul terzo mandato per la Presidenza della Provincia, giunge adesso, inaspettata e per certi aspetti sconcertante, la proposta della Cooperazione per l’abolizione di ogni limite di mandato per i componenti del consiglio d’amministrazione della stessa, tutti tranne il presidente.
Francesca Parolari, 29 maggio 2025

La prossima assemblea dovrà esprimersi quindi attorno a tale ipotesi che, in concreto, assegna, praticamente “a vita”, uno scranno nella sala dei bottoni del sistema cooperativo trentino. Mentre si assiste ad una crescente uscita da tale sistema di più di una società cooperativa, senza che ciò scuota – o almeno interroghi - i vertici dello stesso, una rilevante rappresentanza dell’orizzonte cooperativo prova ad autotutelarsi, manipolando lo statuto a proprio uso e consumo.

Pur rispettando l’autonomia dei soggetti coinvolti, ma nella consapevolezza che la Federazione delle Cooperative costituisce un interlocutore primario per la politica e rappresenta una porzione importante di economia trentina, non possiamo non stigmatizzare questi atteggiamenti. Non solo perché mutano le fisionomie del sistema cooperativo, introducendo principi di permanenza che cozzano contro ogni ragionevole necessità di costante rinnovamento, ma anche perché denunciano una sorta di deriva autoritaria in uno dei settori importanti dell’economia provinciale.

Ma ciò che appare ancor più preoccupante è l’idea che il rinnovamento debba passare esclusivamente nei livelli più bassi della piramide cooperativa, come le società cooperative ed i consorzi delle stesse, senza toccare, quindi, i vertici che anzi sembrano orientati a garantirsi una continuità attraverso disinvolte proposte di modifiche statutarie che confliggono con le ragioni ed i valori fondanti dell’intero sistema cooperativo trentino.

L’auspicio è quello di un ripensamento profondo e di una più estesa partecipazione democratica al formarsi di proposte di riforma statutaria che mutano radicalmente i pesi, le forze e le rappresentanze interne al massimo organo di governo della nostra Cooperazione.