Il rapporto della Direzione Investigativa Antimafia presentato il giorno 27 maggio 2025 ci conferma, ancora una volta, che le preoccupazioni espresse negli scorsi mesi in merito alla presenza strutturata delle mafie nel nostro territorio sono fondate e richiedono una seria riflessione da parte della classe politica.
Alessandro Dal Ri - Antonio Zanetel, 29 maggio 2025
Abbiamo assistito, dopo l’operazione Perfido e il conseguente procedimento penale, ad un continuo susseguirsi di inchieste, perquisizioni e provvedimenti cautelari che hanno un unico “fil rouge”: l’accertato o presunto riscontro dell’utilizzo della modalità mafiosa nel compimento delle azioni contestate dall’autorità giudiziaria.
In alcuni casi vi sono collegamenti diretti o indiretti con le mafie tradizionali, in altri invece è emersa la creazione di presunte organizzazioni criminali autoctone; pensiamo a ciò che è emerso dall’inchiesta “Romeo” - citata nel rapporto della DIA - e dalla più recente inchiesta “Sciabolata”. Senza dimenticare, inoltre, i tentativi di acquisizione di strutture ricettive da parte di appartenenti alla ‘ndrangheta, emerse nel mese di dicembre 2024 e molto altro ancora.
Il rapporto cita poi un attento monitoraggio messo in atto dalla DIA sui cantieri delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 e dei progetti connessi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che, come ogni grande piano di investimenti su larga scala, attira le attenzioni delle organizzazioni mafiose.
Per non parlare dell’attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti quali cocaina, eroina e hashish.
E’ quindi evidente come le mafie e le organizzazioni criminali stiano portando avanti un attacco su più fronti, che va dalle grandi occasioni di investimento per riciclare denaro sporco, fino a lucrare sul disagio sociale, acuito tramite la vendita illegale di sostanze stupefacenti.
Un attacco che va fermato ad ogni costo e con tutti gli strumenti a nostra disposizione.
L’attività di contrasto, seppur estremamente efficiente e fondamentale, non basta. Serve un forte apparato di prevenzione che riesca ad indebolire ed eliminare il problema alla radice. C’è bisogno di interventi che siano volti a rendere consapevoli i cittadini su ciò che fanno le mafie, sul danno enorme - sia dal lato economico, che sociale - che provocano alla comunità nella sua interezza.
Il modus operandi per le organizzazioni criminali è sempre lo stesso: vendersi come un’alternativa efficace alle istituzioni democratiche, quasi presentandosi come una comoda scorciatoia che permette di appianare problemi di natura sociale o finanziaria.
Va detto chiaramente che non è così. Le mafie non sono mai portatrici di un qualcosa di positivo, ma solo di distruzione e sofferenza.
Il Partito democratico del Trentino resta fermamente convinto che l’unica strada sia quella di fare squadra, mettendo insieme le forze politiche, le imprese, le parti sociali e chi ha un ruolo dentro la comunità per condurre una battaglia comune contro quello che è un vero e proprio cancro.
Questo è ciò che più intimorisce le mafie; la decisione di mettersi assieme per combattere una battaglia comune contro di esse.
Finché resteremo divisi dietro le nostre divergenze politiche o di specifico interesse, daremo loro un costante vantaggio estremamente difficile da appianare.
Il Partito Democratico del Trentino ritiene, pertanto, che questa sia una priorità per l’agenda politica non solo nazionale, ma anche provinciale e non vi sarà alcuna esitazione nel collaborare con chi vorrà spendersi per questa battaglia che, per davvero troppo tempo, non abbiamo iniziato a combattere.