Scaricato! Brutalmente scaricato. Solo così – e volendo essere molto generosi – può essere definita l’incredibile abbandono al suo destino del Presidente Fugatti, sancito dal suo Segretario nazionale Salvini che, in pochi secondi ed ancor meno battute, ha liquidato definitivamente ogni sogno di terzo mandato per il Presidente della Provincia.
Gruppo consiliare provinciale PD, 26 maggio 2025
Dopo aver registrato la frattura nella sua maggioranza e l’impugnazione della legge “salva Fugatti” da parte del Governo, il Presidente ha reagito con l’istinto di chi ha subito un affronto nell’onore.
Confidando nell’esposizione mediatica del Festival dell’Economia per seppellire le polemiche locali sotto una coltre di notizie ed ospiti, Fugatti ha invece offerto su di un vassoio d’argento una vetrina nazionale allo scontro con Fratelli d’Italia. Nel volgere di poche ore, ha ottenuto così l’effetto esattamente inverso a quello auspicato, con una deflagrazione di polemiche, accuse e promesse ritorsioni che, non solo hanno certificato la solitudine totale del Presidente e delle sue politiche, ma anche un rischio evidente per il Trentino di dover pagare un conto salatissimo a Roma.
E così il Festival, già fin troppo vetrina di politici, è diventato il palco delle polemiche dell’ormai ex Vice Presidente, di certo a detrimento dell’immagine dello stesso. Un capolavoro.
Al di là della rapidità con la quale è stato politicamente scaricato da Salvini, salvo poi ribadire una “totale fiducia” che appare più verbale che sostanziale, ciò che preoccupa è soprattutto il rischio di un trasferimento del conflitto personale sul piano nazionale e quindi nei rapporti con lo Stato su temi pesanti ed importanti come il rinnovo dell’A22, le concessioni idroelettriche, la cosiddetta riforma dello Statuto e quant’altro è sottoposto all’interlocuzione con il Governo.
Perseguendo, ancora una volta, la prevalenza degli interessi personali su quelli generali, Fugatti e la sua maggioranza di pretoriani hanno dimostrato un disprezzo istituzionale gravissimo ed una incompetenza comunicativa che non ha pari nella storia della nostra autonomia.
L’auspicio, davanti a questo disastro, è che le ricadute sul Trentino non riportino indietro l’orologio della storia e le prospettive minime di sviluppo, che oggi appaiono esposte al pericolo di arenarsi sulle secche di uno scontro politico tutto interno alla maggioranza attuale.