L'Autonomia usata per scopi personali

Il 10 aprile scorso la maggioranza in Consiglio Provinciale, ad eccezione degli ultimi due consiglieri di Fratelli d'Italia Gerosa e Biada, mettendo in atto uno spettacolo indegno per il Parlamento dell'Autonomia e per la dignità della Politica, approva una legge che ha uno scopo ben preciso: permettere al presidente Fugatti di candidarsi per un terzo mandato.
Antonio Zanetel, "L'Adige", 26 maggio 2025

 

Una norma che ha trovato, dentro e fuori l'aula del Consiglio, l'opposizione del Partito Democratico del Trentino e del centrosinistra perché tale provvedimento permette potenzialmente di concentrare per quindici anni sulla stessa persona i grandi poteri attribuiti al Presidente della Giunta provinciale, dal 2003 scelto sulla base di un sistema maggioritario e ad elezione diretta. Questo comporta, non solo la cristallizzazione del potere nelle mani di un solo uomo o donna al comando, ma va anche a detrimento del principio di ricambio della classe dirigente.

Approvando questo provvedimento, che attraverso la procedura d'urgenza ha ottenuto la priorità su tutte le altre proposte di legge in calendario, il centrodestra ha dimostrato nuovamente ed in maniera del tutto spregiudicata di mettere al primo posto l'interesse di una parte politica, anziché occuparsi dei problemi che i Trentini si trovano quotidianamente ad affrontare, anche e soprattutto a causa delle mancate scelte dell'attuale Governo provinciale. A partire dalla situazione disastrosa della sanità, passando per la carenza dei servizi, per arrivare fino al problema della casa e molto altro ancora.La Presidente del Consiglio di Fratelli d'Italia, nel tentativo di sottrarre terreno all'alleato leghista, ha portato il Consiglio dei Ministri ad impugnare la norma trentina, così come aveva fatto per la legge della Regione Campania e prima ancora, per la legge della Regione Sardegna sui mandati dei sindaci.

Appresa la notizia dell'impugnativa, Fugatti ha prontamente dichiarato che si tratta di un attacco e un affronto politico verso l'Autonomia trentina, con l'obiettivo di metterne in discussione le prerogative sancite dallo Statuto. Mi trovo, in tutta sincerità, sbigottito di fronte a queste affermazioni, pronunciate da chi governa questo territorio da oltre sei anni e che l'Autonomia l'ha esercitata solo a parole.

Una Giunta, che della capacità di visione programmatica, precondizione per l'esercizio vero dell'Autonomia, si è sempre fatta beffa e rivendica con orgoglio di volersi occupare dell'oggi senza guardare ai «sogni», come sono stati definiti più volte da illustri esponenti della Giunta e della maggioranza.In questi sei anni e mezzo di governo leghista abbiamo assistito al graduale indebolimento del sistema sanitario, alla noncuranza della questione dell'abitare, lamentata da famiglie, lavoratori, studenti, amministratori locali e professionisti. Scarsa attenzione è stata rivolta alla crisi della produttività e dei salari, che porta il nostro territorio ad essere poco attrattivo per il capitale umano, specie quello che porta competenza ed esperienza.

Per poi concludere con la gestione catastrofica del rinnovo della concessione di A22, rinunciando a costituire una società «in house» che avrebbe permesso agli enti pubblici di mantenere con certezza il controllo di uno tra i più importanti asset strategici per la Regione Trentino Alto Adige e la Provincia Autonoma di Trento. E potrei continuare.

Questi non sono forse temi e settori dove l'esercizio dell'Autonomia diventa cruciale? Ebbene secondo Fugatti e la sua litigiosa maggioranza non è così. L'Autonomia serve solo a coprire e giustificare scelte insensate e contraddistinte dalla testardaggine di chi non concepisce il proprio ruolo come un servizio verso la propria comunità, bensì come un modo per coltivare sacche di potere fini a sé stesse.

L'Autonomia, però, è ben altro; è visione di futuro, è innovazione, è creazione di eccellenze, è sperimentazione, è dialogo e confronto ma soprattutto è responsabilità di governo.Utilizzarla come un giocattolino per raggiungere i propri scopi politici personali o di parte è uno scempio che indebolisce gli sforzi e il lavoro fatto da chi l'Autonomia l'ha costruita mattone dopo mattone e l'ha resa il tratto che ha fatto del Trentino un'eccellenza riconosciuta su tutto il territorio nazionale