L’autonomia non sia usata come salvacondotto per il potere di pochi

Le parole che in questi giorni riecheggiano – dal presidente Fugatti fino alle molteplici ultime dichiarazioni pubbliche – mostrano quanto sia stato distorto il senso autentico della nostra Autonomia speciale.
Alessandro Dal Ri, 19 maggio 2025

 

Nelle stagioni passate, l’Autonomia è stato lo strumento con cui il Trentino anticipava i tempi: dai servizi sociosanitari decentrati alle politiche per la scuola e l’università, dall’innovazione al sostegno all’economia cooperativa e alla montagna. Era l’Autonomia dei progetti lungimiranti, che mettevano al centro i bisogni delle persone e restituivano al Trentino la reputazione di laboratorio avanzato di buongoverno.

Oggi invece, si invoca lo Statuto non per dare risposte migliori ai cittadini, ma per permettere a Fugatti di ricandidarsi per la terza volta consecutiva. È un rovesciamento del senso stesso dell’Autonomia: da motore di responsabilità e innovazione collettiva a strumento di garanzia personale.

Chi governa il Trentino dovrebbe usare la forza dell’Autonomia per affrontare le grandi sfide di oggi: la casa, la sanità, la transizione ecologica, le disuguaglianze sociali ed un economia trentina sempre più povera. Invece, si preferisce piegarla ad una logica di potere che nulla ha a che vedere con l’interesse generale.

Ecco spiegato il perché l’impugnativa del Governo venga letta come un attacco all’Autonomia da chi ne ha un concetto distorto e confuso. E’ invece la semplice conseguenza di una scelta forzata e divisiva fatta da una parte di maggioranza provinciale, che ha deciso di utilizzare la legislazione speciale per provare a piegare le regole al proprio tornaconto. Una situazione che racchiude in sé e rappresenta in modo plastico anche le devastanti spaccature interne ad una destra impegnata costantemente in una lotta per il potere senza fine.

Il Partito Democratico del Trentino continuerà a difendere l’Autonomia vera: quella che serve ai cittadini, non a chi cerca scorciatoie per tentare disperatamente di restare al comando.