Di fronte al veloce invecchiamento della popolazione siamo in gravissimo ritardo! Il Trentino deve dire dove vuole andare, che strada vuole intraprendere. Nella legislatura scorsa non è stato fatto nulla sull’individuazione di nuovi modelli assistenziali. In questa legislatura si va avanti con palliativi, si cura il malato grave con l’acqua zuccherata: un posto qua, uno là in un gioco delle tre carte che scontenta tutti.
Francesca Parolari, 26 febbraio 2025
Il Trentino deve svoltare l’angolo! E lo deve fare iniziando proprio dalla campagna elettorale delle comunali, sollecitando un confronto che parta dai territori e che il gruppo consiliare del Partito Democratico intende incentivare ponendo sul tavolo provinciale alcuni temi chiave che hanno un impatto e una valenza indubbiamente territoriale!
Si parte quindi con la questione dell'invecchiamento e della gestione della non autosufficienza. Viene spontaneo in primis puntare l’attenzione sul modello di assistenza residenziale. Riteniamo che pur avendo rappresentato egregiamente la risposta al bisogno di assistenza residenziale per un lasso di tempo molto ampio ora, rispetto ad una società che invecchia velocemente e che non vuole e non può trovare risposte solo o prevalentemente nell’istituzionalizzazione, sia arrivato veramente il momento di chiedersi se, accanto alla domiciliarità su cui occorre investire, esista un modello alternativo alla RSA tradizionale quale risposta preponderante ai bisogni della non autosufficienza anche grave.
Quello dell’assistenza residenziale agli anziani è un servizio che ancora ruota prevalentemente attorno all’idea di grande struttura, spesso decentrata, sviluppata su più livelli, con corridoi e stanze prospicienti, organizzata con orari e regole tendenzialmente uguali per tutti. Anche recentemente abbiamo assistito ad alcune prese di posizione in tal senso.
Ma come per la salute mentale, i minori e la disabilità nel tempo la soluzione residenziale è stata organizzata avendo principalmente come idea di base la dimensione familiare, è necessario lavorare per progettare e realizzare in Trentino, per i nostri grandi anziani non autosufficienti, la possibilità di vivere fino all’ultimo in una dimensione domestica, maggiormente rispettosa delle esigenze, delle abitudini e dei tempi di ciascuno.
Svezia, Danimarca, Singapore, Giappone e Stati Uniti, pur con differenze e peculiarità, hanno impostato l’assistenza residenziale in modo comunitario, optando per residenze diffuse, integrate nel tessuto urbano, smantellando quindi l’idea della grande struttura.
Occorre investire in modelli residenziali facilitatori di relazioni, sia che si tratti di intervenire in ristrutturazioni delle attuali Rsa che di nuove costruzioni. Realtà che vengono ad assumere la configurazione di “case fra le case”, organizzate in piccoli nuclei pensati alla stregua di abitazioni, realizzate nei quartieri, assolutamente permeabili rispetto all’esterno, alla cui gestione possono compartecipare anche i familiari ed i volontari e quindi caratterizzate da elevata flessibilità organizzativa.
Questo approccio rafforza anche il processo di consapevolezza e responsabilizzazione della comunità intera, in un processo di presa in carico della cura che diventa comunitaria e partecipativa. Ne beneficia la qualità delle cure, ne beneficiano gli operatori dentro un nuovo modello che ridà loro motivazione. In questa nuova prospettiva le Aziende Pubbliche di servizi alla Persona (APSP) non sono più solo gestori di strutture, ma diventano registi di una rete diffusa, capillare, flessibile, che garantisce assistenza senza sradicare. Si tratta di dare piena applicazione a ciò che già prevedeva la Legge regionale 7/2005.
Perchè questo sistema funzioni occorre innanzitutto un forte investimento politico, che generi consapevolezza e condivisione partendo dal basso! Per questo auspichiamo davvero che queste idee siano fatto proprie e siano oggetto di discussione e approfondimento nell’ambito della campagna elettorale per le comunali, entrando nei programmi elettorali delle liste che si riconoscono in questi principi!
Siamo assolutamente convinti che questa è la strada da percorrere e che questo sistema sarà sostenibile. A quali condizioni ?
1. Occorre superare gestioni economiche anacronistiche che duplicano procedimenti e procedure e ne moltiplicano i costi, quindi semplificare, razionalizzare e consortilizzare i servizi generali, dentro ambiti territoriali adeguati.
2. Occorre investire in modelli organizzativi di gestione del personale moderni ed evoluti, superando le rigidità dei sistemi gerarchici tradizionali. Approcci innovativi come il modello NOE (Nuove Organizzazioni Evolutive) e il modello Teal di Frederic Laloux per strutture più flessibili e collaborative, basate su leadership diffusa, autogestione dei team assistenziali e una cultura organizzativa orientata alla fiducia, alla trasparenza e al benessere.
Tutte queste riflessioni sono contenute in una mozione appena depositata a firma di tutti i consiglieri del PD (prima firmataria Francesca Parolari). Si chiede che in vista dell’adozione del Piano degli interventi agevolati per gli immobili destinati a RSA e strutture socio-sanitarie della XVII Legislatura il Consiglio provinciale impegni la Giunta ad adottare nuovi criteri e modalità per il finanziamento degli interventi su questi immobili che sostengano, valorizzino e incentivino la presentazione di proposte innovative di assistenza residenziale, in grado sia di ridisegnare l’assetto interno attuale delle RSA spostando l’asse dell’assistenza dall’istituzione alla persona, che di promuovere la creazione sul territorio di una rete di servizi assistenziali residenziali diffusa, flessibile, garantendo quindi un’assistenza di qualità senza sradicare la persona dal contesto di appartenenza.