Dopo alcuni mesi di silenzio a seguito della fine del cosiddetto “Dibattito pubblico” ritorna una nuova puntata del teatro dell’assurdo sulla Diga del Vanoi.
Alessio Manica, 29 gennaio 2025
L’appena rinnovato consiglio d’amministrazione del Consorzio di Bonifica del Brenta, a seguito delle conclusioni presentate dal responsabile della fase di dibattito, ha ribadito il suo interesse e la necessità di proseguire con le fasi progettuali successive, ritenendo l’ipotesi C - ovvero il progetto che prevederebbe la costruzione di un bacino con un volume d’acqua minore e interamente in territorio trentino - la migliore opzione per creare “un polmone di scorta e regolazione che la diga e il relativo bacino metteranno a disposizione”.
Il giorno successivo a questa notizia, in Consiglio regionale del Veneto, viene discussa la mozione a prima firma della capogruppo del Partito democratico Camani, che chiede per l’ennesima volta all’assemblea di esprimere una posizione di contrarietà sul progetto dell’invaso sul Vanoi. In quella circostanza la maggioranza veneta guidata dalla Lega ha dimostrato, per l’ennesima volta, di essere totalmente sorda nei confronti dei territori interessati dalla costruzione dello sbarramento. E, al fine di non assumersi alcuna responsabilità, ha deciso di non partecipare al voto e di far cadere la mozione, impedendo il raggiungimento del quorum durante la votazione.
Ciò che ancora una volta manca all’interno di qualsiasi dibattito legato alla possibilità o meno di costruire la Diga sul torrente Vanoi è la posizione della Provincia Autonoma di Trento che, a seguito dell’approvazione unanime della mozione del gruppo del Partito democratico del Trentino, ha messo un punto alla vicenda, esprimendo la propria posizione contraria. La decisione non spetta al Consorzio, non spetta alla Giunta regionale del Veneto e non spetta nemmeno allo Stato - al contrario di ciò che echeggiava ieri durante il surreale dibattito dell’assemblea legislativa veneta - bensì spetta a chi detiene la competenza primaria sulla pianificazione del proprio territorio; ovvero la Provincia Autonoma di Trento.
Visto ciò che è accaduto in questi giorni, chiediamo ancora una volta alla Giunta di far valere con forza e con tutti gli strumenti a propria disposizione la posizione di netta contrarietà espressa dal Consiglio provinciale, dalle amministrazioni locali ed in particolare dai cittadini del Vanoi e del Primiero.
Non siamo disposti ad accettare che ci sia chi, da fuori, tenti di imporre decisioni che sono dannose per la popolazione e per la tutela del nostro territorio.
La Diga sul Vanoi non si deve fare e non si farà; questa è la battaglia che il Partito democratico del Trentino porterà avanti fino a che il progetto non verrà definitivamente accantonato una volta per tutte.