E’ dal 2020 che la Provincia, nelle Direttive annuali per le RSA, prevede che entro l’anno provvederà a definire il costo standard delle rette alberghiere delle rsa, cioè delle rette che rimangono a carico dell’anziano visto che la tariffa sanitaria è coperta integralmente dalla stessa Provincia.
Francesca Parolari, 10 gennaio 2025
Impegno mai rispettato, visto che è stato costantemente rinnovato ed è stato previsto anche nelle ultime Direttive per il 2025.
Cosa ha provocato questa colpevole inerzia? Che la retta alberghiera ognuno la compone come vuole.
O meglio, che dalla retta alberghiera, che in principio dovrebbe contenere tutto ciò che non è prestazione sanitaria, vengono estrapolati servizi/prestazioni e messi a pagamento aggiuntivo.
La Consigliera Francesca Parolari, estrapolando i dati dai recenti provvedimenti di approvazione dei budget delle rsa e dalle carte dei servizi, ha predisposto un prospetto analitico di queste fattispecie e lo ha allegato ad una specifica interrogazione appena depositata, chiedendo conto di ciò all’Assessore Tonina.
Quindi, c’è chi non garantisce gratuitamente il parrucchiere, oppure garantisce un intervento ogni due mesi (tendenzialmente solo taglio e piega, mentre tinta e permanente sono generalmente a pagamento), c’è chi mette a pagamento la barba (differenziando se con rasoio o con lametta) e il podologo, chi fa pagare l’etichettatura dei vestiti all’ingresso, chi mette in fattura i certificati medici emessi dal medico della struttura, la pratica per l’amministratore di sostegno, le torte per il compleanno, il coperto della sala prenotata per il pranzo con i familiari, il rinnovo della carta d’identità, le gite, la richiesta della cartella sanitaria, i servizi conseguenti al decesso. C’è pure chi garantisce, a pagamento, una assistenza personalizzata, facendo così assumere ad un servizio che dovrebbe essere pubblico connotazioni privatistiche.
Molti enti caricano sull’anziano anche il costo per il trasporto a visite specialistiche, mentre se l’anziano non autosufficiente vive a casa sua a questo trasporto provvede gratuitamente il servizio pubblico. Al costo per l’uso del mezzo si aggiunge il costo per l’accompagnamento, cioè in assenza del familiare il rimborso delle spese dell’operatore che accompagna.
Accanto a ciò c’è il costo per la stanza singola. Se è comprensibile e corretto che un supplemento sia previsto, non è giustificato che per accedere alla singola si spenda fino a € 20,00 al giorno in più (quasi metà della retta giornaliera). Perché, a questo punto, significa che il servizio fornito e fruito dipende dalla disponibilità economica e ciò non è ammissibile quando parliamo di servizio pubblico!
Poi c’è chi, invece, nella retta alberghiera comprende tutte le prestazioni. Guarda caso fra questi (pochi) c’è chi non ha esercitato l’opzione di aumentare la retta e ha la retta fra le più basse!
In sostanza, se andiamo veramente a vedere quale è la retta che paga un anziano in rsa scopriamo che la retta alberghiera base che annualmente viene approvata dai Cda in realtà rappresenta in modo parziale il costo a carico delle famiglie. Un anziano in rsa trentina convenzionata arriva, infatti, a pagare nei casi limite fino a 70/80 euro al giorno, e non la retta media di 50,51 euro!!
La Provincia, che ha in mano i dati ma che fa finta da cinque anni di non vedere ciò che succede, deve urgentemente esercitare il proprio ruolo di regolatore e controllore, per far tornare il sistema pubblico di assistenza residenziale a ciò che deve essere: uguale per tutti!
Di seguito interrogazione e prospetto analitico