La crociata ideologica della Giunta Fugatti contro le persone straniere è andata a infrangersi contro una pesantissima pronuncia della Corte Costituzionale. Una pronuncia che inaugura il 2025 rendendo giustizia a tutte le persone straniere e dando ragione a chi, come noi, ha sempre denunciato la discriminazione insita in quella modifica normativa, così come nelle modifiche analoge alle norme sull’assegno di natalità e sull’assegno unico provinciale.
Paolo Zanella, 3 gennaio 2025
Una pronuncia che però resterà come un’onta indelebile nella storia di questa Provincia: si è sancita una deliberata violazione dell’articolo 3 della nostra Costituzione, il principio di uguaglianza sostanziale a fondamento della vita sociale della nostra Repubblica, così come del principio unionale di parità di trattamento nell'accesso alle prestazioni sociali e alla casa per le persone lungosoggiornanti, cosa gravissima e che mai si era vista prima nel nostro territorio. Se si considera che la ragione alla base del discrimine per l'accesso alla casa o a altre provvidenze sociali è nei fatti l'essere straniero, con l’utilizzo strumentale di un vincolo temporale di residenza irragionevole, in palese contrasto con il diritto nazionale ed europeo, si palesa il razzismo istituzionale insito in questa discriminazione. Razzismo istituzionale che è la forma più subdola e allo stesso tempo più grave di discriminazione, perché erercitata da chi dovrebbe contrastarla.
Mentre noi presentavamo ad ogni bilancio e ad ogni assestamento degli emendamenti che abrogassero la necessità dei dieci anni di residenza per richiedere una casa popolare, il contributo all'affitto, l’assegno di natalità e l'assegno unico provinciale, la Giunta Fugatti non solo li bocciava, ma nel frattempo resisteva in giudizio, portandoci in terzo grado, nonostante fosse stata condannata in appello a modificare il regolamento dell'edilizia pubblica. Oggi, con la sentenza della Consulta, la nostra Autonomia ci fa proprio una magra figura: l’autogoverno usato per escludere, in violazione dei dettami costituzionali e dell'UE. Da territorio accogliente, ci hanno trasformati nel più escludente della penisola, solo per l'incaponimento della Lega più ideologica d’Italia sulla questione migratoria. Nelle altre Regioni del nord, infatti, questa cosa dei dieci anni di residenza in Italia non si è mai vista, ci si è “limitati” a imporre cinque anni di residenza in Regione, anche questi comunque bocciati dalla Corte Costituzionale, e non si sta nemmeno s-governando l'accoglienza delle persone richiedenti protezione internazionale come si sta facendo da noi, anche qui un unicum in Italia.
Ora si spera che a fronte della pronuncia della Consulta, anche su assegno di natalità e assegno unico provinciale la Giunta provinciale faccia marcia indietro a la smetta di muovere guerra alle tante persone straniere che sono una risorsa per il nostro territorio e soprattutto che cambi atteggiamento verso l’immigrazione, che può rappresentare, se gestita all'interno di processi di reale inserimento sociale, un’opportunità anche per il futuro di questo territorio.