I dati dell’undicesimo rapporto del MEF sul Monitoraggio della spesa sanitaria non sono gli unici a destare preoccupazione sull’andamento della spesa sanitaria nella nostra provincia autonoma. Anche le cifre uscite dalla manovra di bilancio provinciale di certo non rassicurano.
Paolo Zanella, 8 gennaio 2025
Certo, non è solo questione di finanziamento del sistema sanitario pubblico, ma anche una questione di evidente difficoltà nella governance della sanità trentina - vetustà delle apparecchiature non gestita, inerzia nello sburocratizzare e nel dare supporto amministrativo agli operatori sanitari, lentezza nell’implementare nuovi modelli e nell’efficientare il sistema - a determinare quanto quotidianamente ci raccontano le persone che hanno bisogno di servizi sanitari, che, nonostante la dedizione dei professionisti, lamentano liste di attesa infinite, disguidi continui, difficoltà di accesso ai servizi e ricorso sempre più frequente al privato.
Il finanziamento del sistema sanitario, però, è cruciale, anche per quanto riguarda la capacità di trattenere ed attrarre i professionisti ed evitare che vadano nel privato e che di conseguenza anche l’utenza debba seguirli, pagando per farsi curare. Il dato più allarmante del rapporto del MEF è infatti questo: continua ad aumentare la spesa sanitaria privata, soldi sborsata dai singoli cittadini: 843 euro nel 2023, in aumento del 6,6% rispetto all’anno precedente e sopra la media nazionale (730 euro). Quando l’assessore Tonina ci dice che le liste di attesa sono in miglioramento, elude una questione fondamentale, alle quale non ha mai risposto pur interpellato: quante sono le visite o gli esami strumentali per le quale i cittadini, non trovando posto entro tempi decenti al CUP, si rivolgono direttamente al privato (che sfuggono al monitoraggio dei tempi di attesa), giustificando l’aumento della spesa privata? E visto che l’assessore ha negato il rinnovo del bonus psicologo nel nostro territorio perché ritiene il servizio pubblico e convenzionato già sufficiente, come spiega l’aumento del 18,8% di spesa privata per l'assistenza psicologica nel 2023?
Se guardiamo il bilancio provinciale appena approvato, inoltre, vediamo quanto riportato in tabella:
ANDAMENTO SPESA SANITARIA NELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO |
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2022 |
2023 |
2024 |
2025 |
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PIL NOMINALE PAT |
23.900.000.000 |
25.500.000.000 |
25.700.000.000 |
25980000000 |
previsioni di crescita 0,8% |
previsioni di crescita 1,1% |
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SPESA SANITARIA CORRENTE PAT |
1.375.900.752 |
1.434.137.812 |
1.499.228.480 |
1.498.946.599 |
rendiconto |
rendiconto |
previsioni definitive aumento legato anche a arretrati |
previsioni |
|
SPESA SANITARIA CORRENTE PAT/PIL % |
5,75 |
5,62 |
5,83 |
5,76 |
SPESA SANITARIA CORRENTE ITALIA/PIL % |
6,4 |
6,2 |
6,4 |
6,3 |
SPESA CORRENTE PROCAPITE PAT |
2533,90587 |
2641,157231 |
2761,030431 |
2760,511309 |
Il rapporto tra PIL e spesa corrente sanitaria rimane di mezzo punto percentuale sotto la media italiana, che è già al di sotto di quella OCSE (6,9%). Vero che la ricchezza del Trentino è proporzionalmente superiore alla media nazionale e che quindi, pur a rapporto spesa sanitaria/PIL inferiore la spesa pro capite risulta comunque superiore, ma è anche vero che la spesa sanitaria si calcola in rapporto al PIL proprio perché questo riflette anche il costo della vita di quel territorio, che incide sulle spese sanitarie, in primis quelle legate al personale. In sostanza se si vuole trattenere e attrarre personale in un territorio con un costo della vita elevato come il nostro serve aumentare la percentuale di risorse destinate alla sanità, anche per adeguare contratti e incentivi dei professionisti. Cosa che è stata fatta in modo insufficiente. Basta guardare il vicino Alto Adige. Su questo, così come su sugli aspetti organizzativi sopra elencati, serve invertire la rotta, pena una sempre maggiore privatizzazione della sanità.