Apprendiamo dalla stampa dei buoni propositi di APSS per l’anno nuovo di arrivare addirittura all’azzeramento dei tempi di attesa per le visite specialistiche. Ecco, senza tanto allargarsi a propositi irrealizzabili, basterebbe che i tempi di attesa rispettassero quelli stabiliti per i RAO urgenti (3, 10 e 30 giorni) e per le prime visite ed esami strumentali senza codici di priorità (90 giorni).
Paolo Zanella, 20 dicembre 2024
Si afferma che la situazione già oggi è in miglioramento, ma allora l’assessore Tonina ci dovrebbe spiegare perché il monitoraggio dei tempi di attesa riportato sul sito di APSS vede un peggioramento per molte prestazioni dei tempi medi e mediani di attesa per diverse prestazioni tra il 2° semestre 2023 e il 1° semestre 2024 (per il 2024 manca il dato fondamentale dei tempi di attesa al 90° percentile: come mai?), ma soprattutto perché i tempi di attesa attuali per le visite senza priorità per le prestazioni che già mostravano ritardi importanti siano ulteriormente peggiorati (dati aggiornati settimanalmente sulle prenotazioni delle ultime due settimane):
PRESTAZIONE |
ATTUALE tempo di attesa massimo per il 90% degli/delle utenti |
2° SEMESTRE 2023 tempo di attesa massimo per il 90% degli/delle utenti |
colonscopia (compresi controlli) |
456 |
322 |
ecocardiogramma |
238 |
45 |
ecografia mammella bilaterale (compresi controlli) |
326 |
263 |
prima visita vascolare |
190 |
60 |
prima visita dermatologica |
255 |
214 |
prima visita endocrinologica |
241 |
194 |
prima visita gastroenterologica |
207 |
172 |
prima visita pneumologica |
296 |
68 |
prima visita urologica |
229 |
139 |
RMN encefalo con e senza mdc |
146 |
41 |
spirometria globale |
155 |
53 |
test cardiovascolare da sforzo |
203 |
158 |
I dati sono più o meno questi da due mesi, sintomo o di mancato aggiornamento - il che porrebbe un tema di trasparenza e inefficienza di APSS - o di reale incapacità di rispondere ai bisogni dei cittadini in questi settori.
Le Case delle comunità le si presenta come la risoluzione dei problemi dell’assistenza territoriale. Potrebbero certo contribuire a gestire i problemi dei cittadini, specie anziani e cronici, se solo dietro ci fosse un’idea di come valorizzarle. Un anno fa, quando abbiamo chiamato in audizione APSS si è capito che progettualità - al di là dei muri imposti dal PNRR - non ce n’erano: a esplicita domanda si disse che come gestirle lo si sarebbe deciso a valle della progettazione degli spazi. E già qua si evidenzia l'incapacità progettuale: se vuoi includere ad esempio il CSM o il consultorio nella Casa di comunità forse è bene saperlo prima di realizzare le strutture. Adesso trapela che si immagina anche un punto di primo accesso per codici bianchi e verdi, ma se non l’hai pensato prima diventa complesso inserirlo. Per non parlare dell’assoluto non coinvolgimento delle comunità, sia quelle istituzionali (Comunità di Valle con in capo il sociale e Comuni) che quelle fatte di cittadini e enti del terzo settore. Se si va nelle valli a parlare con la popolazione ci si rende conto che dopo i picchetti leghisti fuori dagli ospedali, da quando sono al governo sul tema salute nessuno è venuto a presentare e condividere nulla che riguardi un tema importante come la riorganizzazione del territorio con questi nuovi presidi.
Alla faccia che sono quelli che presidiano le valli e che Case e Ospedali dovrebbero appunto essere della comunità…