Chiuso con un fallimento il tavolo tecnico per la riforma dello Statuto

Due ore. Sono servite solo due ore per certificare un fallimento. Quello che è successo al “tavolo tecnico” nella giornata di ieri denuncia con chiarezza i limiti oggettivi posti a qualsiasi disegno di riforma statutaria.
Alessio Manica - Lucia Maestri, 17 dicembre 2024

Si tratta di limiti che forse salvano la forma ma incidono sulla sostanza, posto che le questioni vere transitano adesso solo sul versante politico. Sarà quella la sede per decidere se questa potrà essere una riforma oppure solo una verniciatura provvisoria ad una struttura che inizia a risentire il peso degli anni. Il “tavolo tecnico” ha definito quelli che appaiono più come contorni che non come riforme vere, rimettendo queste alle volontà delle maggioranze politiche.

In questo contesto, è facile adesso immaginare che l’autonomia trentina proseguirà in una direzione sempre più residuale rispetto a quella sudtirolese, vero perno della trattativa sull’intero impianto autonomistico. Profetico appare, in tal senso, il riferimento della premier, nel suo discorso di insediamento alle Camere, alla sola Provincia autonoma di Bolzano, completamente dimenticando quella di Trento. Oggi ne vediamo le conseguenze. A questo ha portato la continua delega a Bolzano nelle trattative ed è ancor più paradossale, se solo si pensa che il Ministro competente è dello stesso partito del Presidente trentino. Una contiguità inutile, dato che il Trentino non sembra riuscito ad ottenere nulla, al di là di quanto pattuito da Bolzano con Roma.

Se questa è la difesa dell’autonomia trentina, che passa per i Centri Studi anziché per le vie della trattativa in prima persona, spinta e continua, allora il nuovo anno sembra già decretare una debolezza che rischia d’essere crepuscolo.

 

Cons. Alessio Manica

Cons.a Lucia Maestri

 

Trento, 17 dicembre 2024