La cronaca di questi giorni ci pone con urgenza il tema dei continui tentativi di infiltrazione delle organizzazioni criminali di stampo mafioso, anche all’interno del tessuto economico e sociale trentino.
Trento, 14 dicembre 2024
Leggiamo, con non poca preoccupazione, delle indagini che stanno interessando tante zone turistiche della Provincia Autonoma di Trento; dalla Val di Sole e l’Alto Garda, per arrivare fino al Primiero e alla Val di Fiemme.
La preoccupazione è molta, ma niente di ciò che è riportato sulle cronache ci lascia stupiti. L’interesse delle mafie per il settore turistico, mettendo le mani su alberghi e strutture ricettive, al fine di portare a termine operazioni di riciclaggio di denaro illecito, è un’attività nota da tempo.
Le prime segnalazioni risalgono al periodo del Covid, in cui le mafie hanno cercato di approfittare della fragilità economica di alcuni imprenditori creata dalle chiusure forzate dall’emergenza sanitaria, per offrire ingenti somme di denaro che avrebbero potuto, in un primo momento, risollevare le sorti di tante imprese locali, per poi strozzare gli imprenditori in difficoltà nel ripagare il debito e rilevare la gestione delle attività economiche stesse.
Ormai le mafie non sparano più, non ne hanno alcun interesse, cercano di estendere la loro influenza attraverso questi metodi che sono estremamente tossici e, a lungo andare, creano danni irreparabili al tessuto economico e sociale interessato.
Spiace sentire le dichiarazioni del Presidente Fugatti e dell’Assessore Failoni che, minimizzando, ritengono tali episodi solo dei casi isolati e che danno per scontato che il Trentino sarebbe dotato di anticorpi contro il fenomeno mafioso.
Pensiamo che sottovalutare gli episodi emersi sia ciò che di più errato si possa fare in questo momento, perchè così facendo, non si tutela il sistema economico trentino. Al contrario. Più le persone rimarranno nella convinzione che il Trentino, in fin dei conti, non è poi così tanto esposto a questi fenomeni, maggiore sarà l’esposizione ad essi. Le organizzazioni criminali di stampo mafioso cercano di agire nell’ombra, si inseriscono nella disattenzione della cittadinanza, cercando in tutti i modi di non farsi riconoscere.
Allo stesso tempo non si può dire che le inchieste della magistratura siano la dimostrazione che il Trentino abbia gli anticorpi per respingere il fenomeno mafioso. Le fondamentali azioni della magistratura e delle forze dell’ordine, nella maggior parte dei casi, sono equiparabili al farmaco che si usa per debellare una malattia che ha già intaccato l’organismo; gli anticorpi sono, invece, rappresentati dalla consapevolezza e dalla conoscenza del fenomeno che gli attori sociali sviluppano e che permette di respingere la malattia, prima ancora che intacchi l’organismo stesso. In questo caso, però, le mafie non possono essere paragonate ad una semplice influenza, bensì ad un vero e proprio tumore che passo dopo passo, senza manifestare sintomi, intacca tutte le parti del corpo che, nella metafora, rappresenta la società nella sua interezza.
Il nostro non è un tentativo di alzare la polemica politica su questo tema, anzi, riteniamo che l’unico modo per debellare il cancro mafioso sia quello di una politica forte che, su questo tema, si spoglia di qualsiasi colore politico e trova delle soluzioni comuni al fine di proteggere la comunità che rappresenta. Sempre della politica è, inoltre, la responsabilità di dare gli strumenti ai professionisti e agli imprenditori per difendersi dagli attacchi velati e silenziosi delle mafie.
L’obiettivo prioritario è quello di creare una grande alleanza che veda schierata la politica, l’amministrazione pubblica, le categorie economiche e tutti gli attori sociali contro la corruzione e il malaffare.
Su questa battaglia il Partito democratico del Trentino c’è e farà la sua parte.
Alessandro Dal Ri
Segretario Partito democratico del Trentino
Alessio Manica
Capogruppo PdT in Consiglio Provinciale
Antonio Zanetel
Delegato al contrasto alle mafie e alla legalità del PdT