Nell’ultima relazione al bilancio del suo mandato, il sindaco Franco Ianeselli ripercorre una consiliatura che definisce «di cambiamento» e di «discontinuità» rispetto al passato. «Direi che questa è stata la consiliatura del cambiamento. Un cambiamento frutto di scelte ben precise, talvolta difficili, perché le discontinuità e i cambi di prospettiva, anche quando portano a dei miglioramenti, richiedono tempo per essere metabolizzati».
M. Sannicolò, "Corriere del Trentino", 11 dicembre 2024
Ieri, con questa premessa, il sindaco di Trento Franco Ianeselli ha presentato la propria relazione al Consiglio comunale, in riferimento al documento unico di programmazione e al bilancio di previsione finanziario 2025-2027. Un appuntamento importante, che di fatto coincide con l’ultima relazione al bilancio targata Ianeselli, in attesa delle elezioni del prossimo maggio alle quali il primo cittadino si ripresenterà. «Non è più tappa di un viaggio, ma è quasi un approdo, seppure provvisorio — dice Ianeselli — che ci consente di guardare indietro alla distanza percorsa e alla direzione prescelta quattro anni e qualche mese fa». Una direzione, insomma, basata su «cambiamento» e «discontinuità»: le parole chiave che riassumono l’approccio e le intenzioni adottate dalla giunta comunale nel corso degli ultimi cinque anni. Anni, dice, «di emergenze e opportunità».
A partire dalle politiche per l’infanzia: «Tra le prime proposte c’è proprio quella riguardante l’abbattimento delle tariffe dei nidi: all’inizio con un bonus straordinario, poi con una misura strutturale che, considerando anche il bonus Inps, ha portato la tariffa media mensile a 65 euro». Ianeselli definisce la manovra una vera e propria «rivoluzione per le famiglie di ceto medio, che in passato per un posto al nido versavano mensilmente oltre 500 euro, un salasso che talvolta spingeva le mamme a lasciare il lavoro». Ora, i numeri certificherebbero il cambio di passo: «Ad oggi, su un numero complessivo di 2.613 bambini tra 0 e 2 anni, ben 1.381 si candidano per un posto al nido, ossia il 53 per cento», ha spiegato Ianeselli, ricordando anche il debutto del «progetto 0-6» a gennaio a Povo, dove una sezione del nido sarà inserita nelle aule svuotate dal calo demografico della scuola per l’infanzia provinciale.
Segue poi l’ampio tema riguardante la mobilità sostenibile, una delle colonne portanti dell’attuale amministrazione, spinta dall’ambizione di una «città arcipelago» fatta di quartieri e borghi collegati da corridoi verdi in soli 10-15 minuti. «Questa visione nasce dalla necessità di migliorare la vivibilità delle nostre comunità, di limitare le emissioni, di ridurre malattie e morti premature riconducibili all’inquinamento e agli incidenti stradali — afferma il primo cittadino —. La nostra non è una guerra alle auto, come qualcuno sostiene». I progetti sono diversi. In primis l’hub intermodale nell’area ex Sit che sarà concluso nel 2026, dove sarà presente la nuova stazione per le corriere e il punto di partenza della funivia in direzione monte Bondone. Poi, quella che viene definita da Ianeselli come la «più grande opera pubblica che sarà realizzata a Trento nell’ultimo secolo»: la circonvallazione ferroviaria, che prevede l’allontanamento dei treni dal centro storico con conseguente interramento dei binari, il recupero del rapporto con il fiume, lo sviluppo della mobilità collettiva e la rigenerazione di aree degradate, come possono essere l’ex Sloi e l’ex Carbochimica. Fondamentale per l’attuale giunta comunale è stata la transizione ecologia e la tutela del verde urbano, strumenti indispensabili nel contrasto ai cambiamenti climatici. In questo senso Ianeselli ricorda le parole pronunciate da Alex Langer esattamente trent’anni fa: «La conversione ecologica potrà affermarsi solo se sarà socialmente desiderabile». In altre parole, deve essere la comunità a volerlo davvero. Il consiglio comunale ha approvato nei giorni scorsi la «carta del paesaggio» e il «Piano del verde», strumenti che permetteranno l’aumento delle piantumazioni di alberi e la cura dei corridoi e degli assi verdi urbani con l’estensione dei filari alberati per costruire una rete di percorsi più freschi. «Secondo il botanico Stefano Mancuso — sottolinea ancora Ianeselli — gli alberi hanno sulle città l’effetto di un condizionatore d’aria».
Diverse anche le nuove infrastrutture sportive volute dall’amministrazione. Dalla pista indoor di atletica al campo Coni alla nuova palestra per la ginnastica artistica nel quartiere dei Solteri. Passando per la riqualificazione del PalaTrento agli interventi allo stadio Briamasco, effettuati in sinergia con l’amministrazione provinciale. E infine i lavori presso la piscina Manazzon che, nel 2026 a cantiere terminato, diventerà un centro sportivo per bambini e famiglie con palestre multifunzionali e centro benessere.
Per quanto riguarda le politiche tariffarie, Ianeselli sottolinea che «anche questo bilancio lascia invariate le tariffe dei servizi comunali, adeguate al tasso programmato d’inflazione (per il 2025 pari all’1,8%) solo nei pochi casi in cui sussistono vincoli normativi o di copertura dei costi», prosegue il primo cittadino: «La decisione da sottolineare è quella di confermare le aliquote Imis dell’anno scorso: da una parte resta ridotta l’imposta (allo 0,35 per cento) per chi affitta un alloggio a canone concordato, dall’altro permane l’aliquota dell’1,05 per cento per le seconde case».
C’è poi il tema della sicurezza, minacciato negli ultimi tempi da alcuni episodi di vandalismo e disordine urbano. «Se è vero che Trento non è la terra del crimine, è altrettanto vero che è in crescita l’area del disagio», spiega il sindaco tracciando la strada: «Ritornare all’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo, affrontare il problema casa sia con interventi immediati sia con progetti più a lunga scadenza, potenziare i servizi per il disagio psichico e per le dipendenze sarebbe la miglior risposta a trasmissioni tv sensazionalistiche e denigratorie su cui davvero non merita neppure di soffermarsi».
Il «quasi» quinquennio di Ianeselli alla guida dell’amministrazione comunale sarà anche ricordato per la nomina di Trento a «Capitale italiana ed europea del volontariato»: «Credo che aver puntato l’attenzione per un anno su queste persone normali e insieme straordinarie ci abbia fatto un gran bene. E ci abbia in parte cambiati, resi più attenti alla fragilità dell’ambiente e delle persone, in una parola: più umani».