Sono anni che chiediamo di agire sulle retribuzioni di lavoratori e lavoratrici per garantire capacità di trattenere i giovani laureati e attrarre popolazione attiva da altri territori. A inizio legislatura il Presidente Fugatti pareva aver capito che la questione salariale fosse un problema centrale, anche se fin da subito lo ha voluto circoscrivere alle posizioni apicali.
Paolo Zanella, 9 dicembre 2024
Peccato che la consapevolezza sia rimasta solo nella relazione di inizio legislatura e che l’impoverimento riguardi oggi in primis i lavoratori a più basso reddito.
Il recupero dei salari del pubblico impiego è valso solo per la metà dell’inflazione dello scorso triennio e i dati INPS confermano che la perdita di potere di acquisto vale anche per i lavoratori del settore privato: le retribuzioni sono cresciute meno dell’inflazione e così lavoratori e lavoratrici oggi sono più poveri del 2019. Costo della vita tra i più alti d'Italia - alimentari, bollette e casa in testa - e salari che, in termini reali, diminuiscono e sono i più bassi del nordest in tutte le posizioni, soprattutto in quelle a minore valore aggiunto, come il turismo. Tursimo che la Giunta continua a sovvenzionare senza chiedere un minimo di vincoli redistributivi da parte degli albergatori verso il personale, alimentando il lavoro povero. E a questo si affiancano percentuali di precarietà dei giovani e di divario retributivo per le donne che l’INPS registra essere maggiori che nel resto del nordest.
Ecco perché nella manovra di bilancio, oltre a chiedere assieme alle altre forze dell’Alleanza Democratica e Autonomista sgravi IRAP vincolati all’applicazione da parte delle imprese dei contratti nazionali e territoriali aggiornati e dell’integrativo aziendale, come PD chiediamo anche sgravi IRAP selettivi per chi assume a tempo indeterminato giovani e donne e maggiori investimenti anche nel pubblico impiego. Sia per il pubblico, che per il privato, infatti, è necessario si usino tutte le leve in capo alla Provincia per garantire un aumento delle retribuzioni, colmando il gap con l’Alto Adige e il nordest, altrimenti oltre alla fuga dei giovani laureati in altre Regioni e Paesi, non saremo in grado di reclutare lavoratori e lavoratrici da fuori, cosa di cui le imprese continuano a ribadire l’assoluta necessità.
Serve un nuovo patto con l’impresa che, tra i fattori produttivi, valorizzi maggiormente il lavoro - vista la sua scarsità - e che crei valore aggiunto, anche attraverso la conversione delle produzioni e gli investimenti in ricerca e sviluppo (anche su questo proponiamo sgravi IRAP selettivi). È necessario puntare su produzioni e lavoro di qualità che, valorizzando professionalità a più alta formazione, trascinino tutte le retribuzioni verso l’alto, a valori che siano in linea con il costo della vita di questo territorio che altrimenti rischia di spopolarsi, in controtendenza con le previsioni ISPAT che andranno necessariamente riviste, se non si mette mano velocemente al quadro socio-.economico complessivo.
Non agire in fretta in questa direzione, attrezzandosi per far fronte alla crisi industriale ormai alle porte, rischia di peggiorare ulteriormente la situazione salariale e di precarietà lavorativa descritta dall’INPS, impoverendo un territorio che i dati vedono in progressivo peggioramento. Su questo la Giunta non può trincerarsi dietro ai minimi aggiustamenti presenti in bilancio: la velocità delle transizioni in atto necessita che tutte le potenzialità della nostra Autonomia vengano messe a terra. Ora.