Siamo davvero felici che gli abitanti del Trentino siano tra quelli che, a livello nazionale, si sentono più sicuri e percepiscono in maniera minore i rischi legati alla criminalità. Riteniamo invece curioso e quasi incredibile che due parlamentari del centrodestra si affrettino a dire che se i trentini non hanno paura a uscire la sera, se camminano per strada tranquilli, il merito sia da attribuire al presidente della Provincia.
I Capigruppo della maggioranza in consiglio comunale a Trento, 21 novembre 2024
La prima stranezza dell’affermazione sta nel fatto che il centrodestra fino ad oggi non ha perso occasione per alimentare le paure e per amplificare situazioni di presunto degrado e di insicurezza, cavalcando anche trasmissioni televisive che hanno denigrato Trento (e di riflesso il Trentino), descritta come un sobborgo di Caracas. Curioso che quando le statistiche smentiscono queste caricature propagandistiche, allora ci sia subito qualcuno pronto a reclamare il merito e a intestarsi il primato di una sicurezza che fino a ieri veniva fermamente negata.
C’è infine un secondo aspetto assai curioso. Attribuire il merito della percezione della sicurezza al presidente della Provincia (che sul tema ha ben poche competenze) significa toglierlo a chi ce l’ha davvero: le nostre forze dell’ordine e la polizia locale dei Comuni trentini innanzitutto, senza dimenticare poi i cittadini che da sempre si contraddistinguono per un grande senso civico e di legalità.
Siamo tuttavia consapevoli che i dati non bastano, e che proprio a quei cittadini dobbiamo dimostrare che ogni segnale di disagio o paura, anche minoritario, merita attenzione e ascolto. Che chi ha ruoli di responsabilità politica non sottovaluta queste voci, si impegna concretamente per rispondere ai bisogni di sicurezza dei cittadini e garantisce che nessuno si senta lasciato indietro. Perché per rendere una città davvero sicura e vivibile, è fondamentale garantire a tutti la possibilità di una vita dignitosa, riconoscere le necessità dei più deboli e degli esclusi, tutelare le fasce più fragili, investire in servizi, abitazioni adeguate, opportunità educative e lavorative. E ancora, promuovere interventi sociali e culturali che favoriscano l’inclusione e il dialogo, investire nella coesione comunitaria, prendersi cura dello spazio urbano… Per concludere: che l’Istat, dati alla mano, sostenga che i trentini hanno la sensazione di vivere in un territorio sicuro ci fa un enorme piacere. Ricordiamocelo tutti anche domani, quando qualcuno dirà che i trentini vivono nella paura e sotto l’assedio del crimine.