Con l’asciutto linguaggio della giurisprudenza costituzionale, che nulla cede alle passioni politiche, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime ben sette disposizioni fondamentali, fra cui la definizione dei “Livelli Essenziali delle Prestazioni”, elemento sul quale a più riprese come Partito Democratico avevamo espresso perplessità.
Alessio Manica - Alessandro Dal Ri, Trento, 15 novembre 2024
La centralità dello Stato e dei suoi principi di unità, solidarietà, eguaglianza dei cittadini, garanzia dei diritti e, non ultimo, l’equilibrio di bilancio sembra essere il cuore di un giudizio che, comunque lo si voglia vedere, rappresenta una evidente bocciatura di un progetto che dimostra tutti i suoi oggettivi limiti, forse anche per la sua natura occulta di “scambio” di consensi dentro la maggioranza fra autonomia differenziata e ipotesi di premierato.
Anche le autonomie speciali attendono di conoscere le motivazioni della Consulta. Si tratta infatti di capire come potrà adesso procedere il percorso di tutela e di revisione dello Statuto d’autonomia, nel contesto di una norma i cui tempi, dopo questa sentenza costituzionale, ovviamente si allungano a dismisura. Proprio queste dilatazioni temporali creano non poche preoccupazioni ed espongono ancora la nostra specialità a rischi di compressione e di limitazione, resi più acuti dalla volontà dell’attuale maggioranza politica di rinunciare al principio dell’intesa vero perno di una riforma statutaria condivisa e conveniente.