Visita alla Residenza Fersina: si conferma un sistema di accoglienza inadeguato

Oggi su richiesta delle minoranze consiliari la Quarta Commissione permanente ed alcuni altri/e consiglieri/e sono stati in visita alla residenza Fersina. Innanzitutto va detto che per potervi accedere abbiamo atteso a lungo perché arrivasse il nulla osta dal Commissariato del Governo, come prevede la norma. Norma che di fatto rende i Centri di accoglienza straordinaria meno accessibili da parte dei consiglieri provinciali persino di carceri e CPR. 
Trento, 25 ottobre 2024

Un'autorizzazione alla visita che incomprensibilmente ha tuttavia escluso la possibilità di accesso agli spazi “alloggiativi” delle persone ospitate - le stanze - il che ha reso la visita del tutto parziale rispetto alla possibilità di verificare le reali condizioni di vita all'interno. 

Tra i pochi spazi visitati, va denunciato lo stato dei bagni, eufemisticamente indecoroso quanto insalubre per la presenza di alcuni wc e “turche” inagibili, di alcune parti di pareti significativamente piene di muffe verdastre e umidità che impongono la necessità di tenere aperte le finestre per arieggiare da maleodoranti odori stagnanti, con anche alcuni controsoffitti mancanti. Alcuni ragazzi richiedenti protezione internazionale ospitati nella Residenza ci hanno raccontato delle ragioni che li hanno mossi ad intraprendere un viaggio dal Marocco all'Italia attraverso la rotta balcanica: la più che legittima volontà di migliorare le proprie condizioni di vita. Per le persone lì residenti la priorità è imparare la lingua - un servizio non offerto in modo strutturale dalla Provincia dentro la struttura - per poter lavorare e trovare una casa. Ci hanno riferito delle difficoltà a trovare un lavoro con un permesso di soggiorno temporaneo. I responsabili della cooperativa Kaleidoscopio che si occupa dell'accoglienza nella Residenza Fersina ci hanno raccontato delle “fratture esistenziali” che affliggono larga parte delle persone accolte. Fratture esistenziali politraumatiche, esito non solo delle esperienze di vita nei luoghi di origine, ma anche sviluppate in ragione della permanenza “in strada” vivendo in Italia e nel nostro territorio in condizioni di marginalità sociale oggettiva, in attesa che si liberi un posto in accoglienza. Fratture esistenziali che purtroppo, se non accolte e supportate prontamente con interventi e strategie adeguate possono essere certamente fattori concorrenti a comportamenti di devianza sociale, che minano anche la convivenza nella Residenza Fersina. 

Una visita quella odierna che -ove ancora ve ne fosse necessità rispetto alle evidenza già ampiamente riscontrate - dimostra l'urgenza di ripristinare un modello di accoglienza che non concentri le persone in una sola struttura (la Fersina è una delle più grandi d'Italia), riappropriandosi di quell’accoglienza diffusa che non solo garantisca la tutela e i diritti fondamentali delle persone richiedenti protezione internazionale, ma che altresì garantisca maggiori risultati rispetto all'integrazione e quindi, anche, alla sicurezza sociale. Ma anche nell'ottica di dare maggiori opportunità di lavoro: la sera vi è l'obbligo di rientrare in struttura e questo impedisce ai ragazzi lì ospitati di lavorare nelle valli, mentre albergatori e imprese continuano a non trovare personale. 

Un assurdo continuare con questo insensato concentramento sul capoluogo che è un incaponimento ideologico del Presidente. Infine una riflessione sulla normativa che regolamenta le migrazioni. I ragazzi marocchini che abbiamo avuto l'opportunità di ascoltare si stanno impegnando per integrarsi e lavorare nel territorio. Un investimento che rischia di non dare i frutti sperati e di mandare in frantumi le speranze delle persone richiedenti protezione internazionale, visto che le chance di una persona marocchina di vedersi riconosciuto l'asilo o la protezione sussidiaria sono davvero poche. 

Un assurdo perdere persone che si sono inserite nel territorio, che un tempo avrebbero avuto qualche speranza di restare grazie alla protezione speciale cancellata dal Governo Meloni.

 I consiglieri provinciali 

Paolo Zanella

Francesca Parolari

Chiara Maule

Francesco Valduga

Andrea de Bertolini 

Mariachiara Franzoia 

Paola Demagri 

Michele Malfer 

Roberto Stanchina