La consigliera del Partito Democratico del Trentino, alla luce delle molteplici difficoltà che i reparti di ostetricia e ginecologia di Trento e Rovereto stanno attraversando, in particolare per l'attività chirurgica, ha depositato una interrogazione che solleva una serie di questioni.
Trento, 11 ottobre 2024
La consigliera si sofferma innanzitutto sulle modalità di copertura del posto di primario della UO di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Trento. Ricordiamo che l’attuale Direttore della UO di Rovereto è stato nominato Direttore a scavalco di Trento, successivamente poi è diventato Direttore di Dipartimento e infine Direttore del dipartimento transmurale.Verso la fine del mese di luglio si annunciava sulla stampa il concorso per il nuovo primario della UO in questione. Bando aperto e chiuso in piena estate. Tale bando prevede, in modo curioso, che per il polo di Ginecologia oncologica della Provincia di Trento non sia necessario avere specifiche competenze chirurgiche e ciò nonostante le attuali lunghissime liste di attesa per molti interventi chirurgici di tipo ginecologico, al cui smaltimento peraltro pare non abbia mai contribuito fattivamente l'attuale primario della UO di Ginecologia e Ostetricia di Trento e Rovereto. Nel bando viene richiesto di saper “organizzare” l’attività chirurgica, quindi gestire la programmazione delle liste operatorie e la pianificazione della fase post operatoria, e soprattutto di possedere competenze documentate nelle attività ostetriche ed in particolare ecografiche e di diagnostica invasiva. La consigliera si chiede quindi "Chi materialmente si occuperà della parte chirurgica? Si continuerà a caricare sui soliti, su quelli che rimangono, visto che la politica sanitaria sembra saper fare solo questo? Quali garanzie, inoltre, offriamo alle donne che si sottopongono ad un’operazione se allo stesso primario, il massimo responsabile, non è chiesto di possedere specifica competenza chirurgica?"
Non sembra importare nè alla maggioranza provinciale nè all'Apss che questa estate per giorni sia stato chiuso l’ambulatorio divisionale di ginecologia di Rovereto a causa della carenza di personale medico, che siano stati sospesi alcuni altri servizi e che a gennaio all’ospedale di Rovereto andrà in pensione un medico ginecologo, uno ha chiesto ed ottenuto il trasferimento sul territorio, un altro si è licenziato, rimanendo solo sei ginecologi a tempo pieno.
Nessuno sembra preoccuparsi dell’attività chirurgica.
Leggendo il profilo tracciato nel bando sorge allora il dubbio, spontaneo, che l'unica attenzione si ponga alla costruzione di un profilo professionale ad hoc a scapito dell’efficacia dell’azione sanitaria e della salute delle donne e che si stia assistendo, purtroppo, all’ennesimo concorso di cui si conosce già il nome del vincitore.