Il Gruppo consiliare del Partito Democratico del Trentino, prima firmataria la consigliera Francesca Parolari, ha depositato il Disegno di legge sul “Sistema integrato dei servizi di educazione e istruzione dalla nascita sino ai sei anni”.
Trento, 9 settembre 2024
Questo disegno di legge poggia su un presupposto fondamentale: il modello zerosei è un modello pedagogico, non si riduce ad essere una delle modalità organizzative dei servizi educativi all’infanzia.
Ricordiamo che a livello nazionale il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni è stato introdotto con il decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65 proprio con la finalità di costruire una visione pedagogica unitaria di un percorso educativo storicamente distinto in due segmenti: lo 0-3, che comprende i servizi educativi per la prima infanzia, e il 3-6, che corrisponde alle scuole dell’infanzia. Sono seguite le “Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei”, adottate con il decreto ministeriale 22 novembre 2021 n. 334, che delineano la cornice culturale, sociale, pedagogica e istituzionale in cui si colloca il sistema educativo integrato dalla nascita fino ai sei anni.
Per questo motivo, nel momento in cui lo si intende giustamente introdurre nel sistema educativo trentino non basta, secondo noi, con un terza legge aggiungere un ulteriore tassello alle due leggi provinciali “storiche”: la legge 21 marzo 1977 n. 13 “Ordinamento della scuola dell’infanzia della provincia autonoma di Trento” e la legge 12 marzo 2002 n. 4 “Nuovo ordinamento dei servizi socio-educativi per la prima infanzia”, successivamente modificata dalla legge 19 ottobre 2007 n. 17.
Va colta veramente l’occasione di rivedere complessivamente l’ordinamento dei servizi educativi dedicati alla fascia zerosei anni alla luce dei principi che connotano e qualificano lo zerosei. In Trentino ciò è reso possibile perchè lo Statuto di Autonomia, all’art. 8, riconosce alla Provincia di Trento la competenza legislativa primaria in materia di scuola dell’infanzia e di servizi educativi per la prima infanzia (le altre regioni in materia di scuola dell’infanzia hanno invece competenza concorrente).
Alla luce di ciò, esaltando l’Autonomia attraverso l’esercizio innovativo della competenza primaria e pur riconoscendo che le due leggi provinciali 13/1977 e 4/2002 rimangono nella storia trentina quali normative illuminate che hanno saputo accompagnare in maniera scientificamente fondata sul piano pedagogico, come sociologico e culturale, un tratto importante della storia dei servizi educativi e di istruzione in Trentino, proponiamo un nuovo impianto normativo unitario del sistema integrato zerosei, unico in Italia, che supera le due leggi provinciali citate e che raccoglie le sfide indicate dal legislatore sia europeo che nazionale, con strumenti adeguati ai tempi e ai contesti.
Questo disegno di legge poggia alcuni principi di fondo:
a) il rispetto dei diritti dei bambini, così come sanciti dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre 1989 e il principio della centralità del bambino nel processo educativo, da cui consegue l’obbligo di assicurare a tutte le bambine e a tutti i bambini opportunità di crescita, di socialità, di gioco e di apprendimento in contesti educativi di qualità, inclusivi e sicuri;
b) l’individuazione della coerenza educativa quale filo rosso che unisce trasversalmente i servizi educativi per la prima infanzia e la scuola dell’infanzia;
c) la consapevolezza che i modelli di educazione dell’infanzia si collocano in una realtà sociale in continuo movimento, che amplia le disuguaglianze, la povertà e il disagio sociale. Occorre perciò garantire servizi accessibili a tutti;
d) la trasformazione del mercato del lavoro che si è precarizzato e deregolamentato. La precarizzazione dei contratti rende meno esigibili i diritti di paternità e maternità da parte di molti giovani lavoratori. I servizi educativi all’infanzia assumono importanza centrale nelle politiche del lavoro, come nell’accompagnamento della funzione genitoriale. La Raccomandazione del Consiglio Europeo del 22 maggio 2019 ha evidenziato la funzione occupazionale, conciliativa e di sostegno alla parità di genere svolta dal progetto pedagogico ed educativo zerosei;
e) si rende necessario un nuovo partenariato educativo con i genitori, fondato sulla fiducia e sul rispetto reciproco, andando oltre la semplice partecipazione agli organismi di rappresentanza per rilanciare un sapere condiviso sull’agire educativo;
f) la dimensione interculturale e la didattica flessibile capace di includere le diverse abilità sono conquiste educative da rafforzare. Viene ribadito il diritto soggettivo all’educazione di ogni bambino, nella propria unicità ma anche nelle diversità che nel sistema integrato zerosei, ma più in generale nella società civile, devono trovare riconoscimento, considerazione e valorizzazione;
Quali strumenti per mettere a terra questi principi?
a) Se lo zerosei è un modello pedagogico, l’attenzione va rivolta innanzitutto verso gli adulti che operano nei servizi. Lo zerosei parte dagli adulti. Viene perciò istituito il coordinamento pedagogico territoriale (art. 18) che riunisce i coordinatori pedagogici dei servizi del sistema integrato zerosei esistenti sui territori di riferimento con l’obiettivo principale di adottare una progettualità pedagogica ed educativa fondata su principi comuni, costruire percorsi di continuità sia verticale che orizzontale e elaborare proposte alla Provincia di innovazione e sperimentazione educativa.
b) Vengono confermati i servizi educativi zerosei (nido, nido d’infanzia sul luogo di lavoro, nido familiare tagesmutter, servizi integrativi e scuola dell’infanzia – provinciale ed equiparata) nella loro specifica identità, sia pubblici che privati ma all’interno di una cornice di regole e regia pubblica. Non si prevedono, quindi, gruppi/sezioni miste e invece si promuove e si sostiene l’attivazione dei poli per l’infanzia (art. 17). I poli vanno sostenuti particolarmente nei comuni sprovvisti di servizi zero-tre anni o con scuole dell’infanzia gravemente sotto-utilizzate, al fine di ampliare le opportunità educative e prevenire l'impoverimento culturale, sociale ed educativo.
c) Si prevede, progressivamente, l’accesso universale e gratuito ai servizi alla prima infanzia individuando le risorse finanziarie nel protocollo d’intesa in materia di finanza locale di cui alla legge provinciale 15 novembre 1993, n. 36, per finanziare il sistema pubblico dei nidi;
d) per avvicinare i servizi ai territori si introduce, per la gestione della scuola dell’infanzia provinciale, un nuovo soggetto e cioè l’istituzione educativo-scolastica (art. 15), quale ente dotato di personalità giuridica pubblica, di autonomia organizzativa, amministrativa, finanziaria e didattica. Il personale di queste ente è tutto provinciale quindi ciò consente di risolvere definitivamente il problema della presenza di due datori di lavoro (PAT per le insegnanti e Comuni per ausiliari e cuochi) nelle scuole dell’infanzia provinciali e sgrava i Comuni degli oneri connessi alla gestione del personale non insegnante e della mensa.
e) al posto dei comitati di gestione si rinforza il ruolo della assemblea dei genitori (art. 22) e si dà vita ai partenariati educativi con le famiglie (art. 23) allo scopo di costruire assieme ad esse il percorso educativo offerto a bambine e bambini;
f) si prevede che ogni servizio educativo svolto per più di quattro ore giornaliere con carattere di continuità debba essere autorizzato.
g) per offrire risposte in linea con il mutare dei bisogni, si demanda ai regolamenti attuativi la definizione dei requisiti minimi strutturali, organizzativi e gestionali, dei criteri e delle modalità per la realizzazione e il funzionamento dei servizi del sistema integrato zerosei, compresa l’adozione da parte della Giunta provinciale del calendario e delle disposizioni generali per l’iscrizione e l’ammissione alla scuola dell’infanzia.
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