Il Pd, tramite una mozione a prima firma Lucia Maestri e sottoscritta anche dal capogruppo Alessio Manica, chiede alla giunta provinciale di nominare tempestivamente un commissario del Centro Servizi culturali Santa Chiara «al quale attribuire tutti i poteri del consiglio di amministrazione, fino al risanamento delle finanze dell'ente e comunque fino alla nomina di un nuovo consiglio d'amministrazione».
Trento, 27 agosto 2024
Di seguito il testo della mozione:
Non serviva molta preveggenza nell’intuire ciò che puntualmente è accaduto e che ha riportato il Centro Servizi culturali “S. Chiara” nel gorgo di una gravissima crisi gestionale e finanziaria, le cui responsabilità vanno equamente suddivise fra la cocciuta ostinazione della Giunta provinciale con le sue manie di managerialità musicale, l’evanescenza di un consiglio d’amministrazione dell’ente, da troppo tempo privo di una guida autorevole e sicura ed, infine, una preoccupante “leggerezza” gestionale, messa in campo dalle figure apicali del Centro stesso e volta soprattutto a compiacere il potere e la politica locale, che ha omesso il controllo sulla spesa e sulle normali regole di amministrazione di un ente pubblico economico.
Una perdita di 2,3 milioni di euro, nell’arco di un brevissimo tempo, non può essere derubricata, come suole sempre fare nelle fasi di difficoltà l’Assessora competente, a semplice “polemica strumentale”.
Una perdita di 2,3 milioni di euro, peraltro ampiamente stigmatizzata da un inascoltato collegio dei revisori dei conti, testimonia una incapacità evidente nella gestione e nella programmazione della spesa ed una “faciloneria” che sbalordisce.
Una perdita di 2,3 milioni di euro, che come sempre dovrà essere appianata dall’intervento provinciale, in qualunque azienda normale comporterebbe le immediate dimissioni dei vertici della stessa e della direzione, mentre qui non accade mai nulla e tutti sembrano, purtroppo, inamovibili o addirittura in odore di rinnovo.
Una perdita di 2,3 milioni di euro richiede un’analisi approfondita sul bilancio e sul suo andamento ed impone scelte drastiche per limitare i danni e per ricondurre la spesa sotto controllo.
Dopo l’improvvida firma, priva di copertura finanziaria, di un oneroso contratto, che aveva destato più di una perplessità su certe capacità gestionali ed aveva obbligato la Provincia ad un intervento “ripianatore”, adesso si scopre che una gestione, quanto meno distratta, del denaro pubblico ha portato ad una perdita enorme e ad una situazione di sofferenza che, confidiamo, non venga a ricadere sulle spalle dei lavoratori e sulla qualità delle future proposte culturali dell’ente.
Certamente molto origina dall’area ex S. Vincenzo, ovvero da quella “Trentino Music Arena” che la Presidenza della Giunta provinciale – il cui proverbiale ed irresponsabile silenzio anche su questa vicenda non stupisce più – ha sempre voluto con insistenza e contro ogni ragionevolezza. Gestire infatti una simile struttura, che peraltro dimostra di non pagarsi nemmeno se affittata a privati, comporta costi quotidiani che, evidentemente, nessuno ha preso in considerazione. Se accanto a ciò, aggiungiamo i continui “flop” delle iniziative messe in campo, dovuti alle modeste presenze di pubblico per i concerti di qualche le “vecchia gloria”, oppure l’eliminazione di alcune date per le più diverse cause, al maltempo alle ragioni di sicurezza pubblica o, ancora, palesi errori di valutazione e di programmazione, forse dovuti a consulenti sulla cui professionalità, a questo punto, è legittimo sollevare qualche interrogativo, emerge un quadro decisamente fallimentare e che necessita subito di adeguate e radicali risposte in termini gestionali, organizzativi ed amministrativi, per evitare soprattutto complicanze ulteriori, che potrebbero sfociare in esiti ben più drammatici.
Si tratta, insomma, di correre ai ripari prima che sia troppo tardi, nella consapevolezza che, se è pur vero che l’attuale consiglio d’amministrazione va in scadenza il prossimo 31 ottobre, è altrettanto vero che prima di vederlo sostituito possono passare mesi preziosi che, in una simile situazione, rischierebbero di compromettere la tenuta dell’ente stesso. Ciò premesso, il Consiglio provinciale
impegna
la Giunta della Provincia autonoma di Trento a provvedere tempestivamente alla nomina di un Commissario del Centro Servizi culturali “S. Chiara”, al quale attribuire tutti i poteri del consiglio di amministrazione, fino al risanamento delle finanza dell’ente e comunque fino alla nomina di un nuovo consiglio d’amministrazione.