Dalla trasferta solandra di Pellizzano, i vertici del Partito Democratico lanciano un messaggio sugli orsi legato a tre concetti chiave: «conservazione della specie», «cambiamento culturale» e «abbattimenti non esclusi».
D. Cassaghi, "Corriere del Trentino", 2 agosto 2024
Insomma, il tema dei grandi carnivori è serio ma è illusorio pensare che gli orsi possano scomparire dai boschi trentini in tempi brevi. Per questo — sostengono — occorre abituare i cittadini all’idea che molte cose non saranno più come prima. «Non abbiamo scelta — spiega il consigliere provinciale Alessio Manica —: sono animali protetti. Volenti o nolenti, la convivenza è necessaria, a meno di non andare contro le regole. Dobbiamo lavorare sui trentini: serve uno scatto culturale».
La strada è tortuosa. Non è così raro — anche da parte di politici locali — sentire tesi come questa:«Il problema è che finché ci sono gli orsi, le libertà dei trentini sono compresse. Siccome non è giusto comprimerle, gli orsi devono andarsene via». E, venendo al concreto, è il segretario del circolo del Monte Bondone, Dennis Daprà a fare un esempio: «Dalle mie parti è difficile far passare che una cosa come il compost non si potrà più fare. Forse, con la formazione, si potrà far capire la situazione». Quindi sì: le libertà sono compresse, ma Life Ursus — desiderato perché si ritenevano gli orsi necessari o, meno poeticamente, perché si correva dietro ai fondi europei — resta un problema della Provincia di Trento, che l’ha voluto. E indietro non si torna, almeno fino a che la direttiva habitat e il Pacobace non cambiano. Da qui la necessità di abituarsi a un rapporto con la montagna diverso, perché la sicurezza è un tema serio. Tuttavia, su come la Val di Sole prenderà questo cambio di passo, Lorenzo Pedergnana, il segretario del circolo locale, vede il bicchiere mezzo pieno: «In realtà qui l’opinione pubblica è spaccata e nessuno crede davvero che gli orsi possano sparire».
Ma questo è la gallina domani e serve l’uovo oggi. Cioè risposte immediate. «Quello che sta facendo Roberto Failoni è troppo poco: ha promesso cartelli in più, qualche migliaio di volantini informativi e a Roma è stata depositata la legge sullo spray, che però non ha tempi certi — esordisce il segretario provinciale Alessandro Dal Ri — Quello che possiamo fare noi, oltre a dialogare con i nostri rappresentanti in Europa per far presente il problema, è di introdurre una squadra anti-orso, disponibile 24 ore al giorno, che faccia opere di dissuasione in presenza degli orsi. Il Pacobace, oltre all’abbattimento, prevede una serie di comportamenti da mettere in atto e la dissuasione è il principale tra questi». Insomma, la proposta è di un nucleo di forestali che, su segnalazione, possa intervenire per tutelare residenti e turisti. «Se si riesce a intervenire in modo tempestivo quando c’è una segnalazione, anche la percezione di sicurezza aumenta», completa il ragionamento Pedergnana. «Come minoranze avevamo fatto approvare uno stanziamento, ma la provincia non ha assunto nessuno», conclude invece Dal Ri. «Devono capire che occorrono stanziamenti straordinari», aggiunge Manica.
Oltre alla squadra anti-orso, è proprio il capogruppo in consiglio provinciale a tracciare il resto della rotta: «Occorrono avvisi tempestivi che informino la popolazione della presenza di un orso in una certa area». Il che, precisa, «non significa chiudere i sentieri, ma dare le informazioni corrette alle persone, in modo che possano decidere». Infine i dem chiedono una campagna informativa più incisiva e il finanziamento di cassonetti anti-orso in tutti i territori necessari. «Incredibile che non siano stati messi in venti anni», aggiunge Daprà.
Il tema scottante resta però quello degli abbattimenti, e, più in generale, della gestione del numero dei plantigradi. Manica lo ribadisce ad alta voce: «L’abbattimento, lo hanno spiegato i veterinari, è tra le soluzioni più dignitose per l’orso. Non abbiamo una preclusione». Ma, come dice Dal Ri: «Se un orso si comporta in modo “sano”, non si capisce perché bisogna abbatterlo. Il driver dovrebbe essere questo, non il numero. Serve più rigore nella gestione di quelli che si comportano male. Sono gli orsi stessi che si regolano su come distribuirsi sul territorio». Se sono troppi o meno lo può dire solo la scienza. Tuttavia «la percezione in Val di Sole è di un’invasione — spiega Pedergnana — Ma gli esemplari che si comportano in modo non consono sono pochi e sempre gli stessi. Agire su quelli, permetterebbe di dare una percezione di maggior sicurezza».