Il giorno 26 luglio 2024 è stato depositato presso la Camera dei Deputati un Ordine del giorno a prima firma dell’on. Rachele Scarpa e sottoscritto dall’on. Sara Ferrari, con lo scopo di impegnare il Governo ad intraprendere tutte le azioni necessarie per fare in modo che il Consorzio di Bonifica del Brenta si astenga dal compiere ulteriori attività volte alla progettazione e alla realizzazione dell’opera di sbarramento sul torrente Vanoi.
Trento, 30 luglio 2024
in particolare dopo la diffida formale inviata il 12 luglio c.a. dalla Provincia Autonoma di Trento all’ente e il voto contrario unanime alla costruzione dello sbarramento da parte del Consiglio provinciale PAT.
In sede di discussione e votazione, il Governo ha dato parere contrario e l’ODG è stato bocciato senza che nessuno, dai banchi dell'esecutivo, abbia dato spiegazione alcuna in merito a tale scelta.
L’ennesimo atto di arroganza nei confronti dei territori interessati dalla costruzione del bacino che, in ogni forma, stanno esprimendo la propria contrarietà; dalla diffida della PAT, che rivendica rispetto delle prerogative autonomistiche nella pianificazione territoriale, al parere contrario della Provincia di Belluno, passando per i voti, unanimemente contrari alla costruzione dell’opera, dei Consigli comunali dei vari comuni trentini e bellunesi coinvolti.
Questa scelta non fa altro che aumentare la confusione nei cittadini sulla reale posizione della maggioranza di governo a Roma e in Veneto, che cerca di nascondersi dietro ai pareri dei tecnici per evitare di assumersi la responsabilità politica della decisione.
I territori di montagna e chi li vive meritano rispetto e chiarezza.
IL TESTO DELL'ODG
La Camera, premesso che:
da alcuni mesi il dibattito sul tema della siccità in Veneto ha fatto riemergere l’ipotesi della costruzione della cosiddetta diga del Vanoi. Qualora venisse realizzata la diga, alta almeno 116 metri, verrebbe costruita in un’area compresa tra la provincia di Belluno (comune di Lamon) e quella di Trento (Canal San Bovo e Cinte Tesino);
con deliberazione n. 1529 del 17 novembre 2020 la Giunta regionale del Veneto ha approvato il Piano regionale per la ripresa e la resilienza, con il relativo parco progetti (Allegato A della delibera) ai fini del finanziamento con le risorse del NextGenerationEU («Recovery Fund»). Tra le opere elencate nell’allegato vi è il progetto: «Difesa idraulica e tesaurizzazione idrica tramite il nuovo serbatoio del Vanoi nel bacino del fiume Brenta »;
il consorzio Brenta successivamente ha provveduto all’aggiornamento dello studio di fattibilità e ha presentato al Ministero delle politiche agricole, nell’ambito del bando Fondo sviluppo e coesione 2014- 2020, una richiesta di finanziamento della progettazione definitiva dell’opera;
ottenuta parte dei finanziamenti, lo stesso consorzio aggiudicava ed affidava la progettazione del « serbatoio del Vanoi» per un importo di 912.600,00 euro con un ribasso del 22 per cento;
in data 3 maggio 2023 con comuni- cato stampa n. 784, il Presidente della regione Veneto Zaia ha dichiarato che tra l’elenco delle opere per il contrasto della scarsità idrica e l’adeguamento delle infrastrutture idriche al Ministero delle infrastrutture la realizzazione della diga Vanoi è inserita al primo posto con una richiesta di finanziamento di 150.000.000,00 euro;
con nota ufficiale del 18 maggio 2023 la provincia Autonoma di Trento esprimeva la sua contrarietà al progetto, lamentando il mancato coinvolgimento nelle ope- razioni che hanno portato all’affidamento dell’opera e facendo presente che l’invaso del Vanoi sorgerebbe in territorio trentino;
il 2 luglio 2024 è stato notificato agli enti interessati alla realizzazione dell’opera di sbarramento del torrente Vanoi l’avvio delle procedure di dibattito pubblico per il progetto in oggetto. Il documento di fattibilità delle alternative progettuali (DOCFAP) introduce nuove varianti rispetto a quelle già vagliate in passato. Si evidenzia che, tra le quattro alternative contenute nel succitato documento, le opzioni « c » e « d » collocherebbero l’opera di sbarramento interamente nel territorio della Provincia Autonoma di Trento, a cavallo tra i comuni di Canal San Bovo e Castello Tesino;
in data 12 luglio 2024 la provincia autonoma di Trento ha diffidato il Consorzio di Bonifica del Brenta dal compiere ulteriori attività volte alla progettazione e realizzazione di opere che interessino il territorio della provincia in violazione delle disposizioni normative e degli strumenti di programmazione e pianificazione vigenti;
si evidenziano almeno quattro considerazioni che porterebbero motivi di contrarietà al progetto, unitamente al fatto che lo studio di fattibilità preso in esame non tiene conto di nuovi elementi emersi nel tempo:
a) il 24 maggio 2010 si è staccata dalla parete dal monte Totoga una enorme massa di materiale. È crollata parte del versante della Val Cortella, facendo scomparire almeno un centinaio di metri dell’ex strada provinciale, oggi interdetta al traffico, zona che dovrebbe costituire il versante del bacino del Vanoi;
b) sul versante alla destra orografica del Vanoi sono ancora oggi visibili almeno tre frane di modeste dimensioni. Segno evidente dell’instabilità del terreno;
c) i precedenti progetti avviati negli anni 1922-1959-1985-1998 si sono tutti arenati per irrisolvibili problemi geologici della zona in questione;
d) la Carta di sintesi della pericolosità della provincia di Trento inserisce gran parte del territorio in cui dovrebbe costituirsi il bacino nel grado di penalità elevate (P4) sul piano idrogeologico. Tale considerazione è stata fatta pervenire dalla stessa provincia di Trento alla regione del Veneto in data 18 maggio 2023;
è mancato il coinvolgimento, in ogni passaggio che ha portato all’affidamento del progetto, delle comunità interessate delle province di Trento e Belluno, tanto che i sindaci hanno denunciato di avere appreso la notizia dalla stampa;
le procedure previste dalla normativa nazionale per questa tipologia di opere coinvolgerebbero fin da subito i territori, prima di avviare la progettazione vera e propria,
impegna il Governo
ad adottare le necessarie iniziative di competenza volte a far sì che l’ente Consorzio di bonifica del Brenta si astenga dal compiere ulteriori attività volte alla progettazione e realizzazione dell’opera di sbarramento sul torrente Vanoi, stanti le prerogative sancite dallo Statuto di Autonomia del Trentino-Alto Adige in tema di pianificazione e programmazione del territorio e l’atteggiamento di grande cautela che sta emergendo in questi giorni in sede istituzionale anche nella regione Veneto.