I dati sull’economia trentina erano trionfalistici in marzo e negativi in luglio. Forse qualcosa non torna. Il 12 marzo di quest’anno, la C.C.I.A.A. di Trento annunciava, con tutti i crismi dell’ufficialità scientifica, come le esportazioni trentine avessero raggiunto nell’anno 2023 “il valore record di 5,3 miliardi di euro, con un aumento pari al 3,6% rispetto all’anno precedente.”
Trento, 2 luglio 2024
Al contempo, l’Ufficio Studi dell’Ente camerale segnalava un calo delle importazioni del 4,9% e quindi una chiusura della bilancia commerciale con un saldo positivo pari a 1,6 miliardi di euro.
Con la consueta precisione e puntualità l’Ufficio Studi fotografa una realtà la quale afferma, il 1 luglio 2024 ovvero poco meno di quattro mesi dopo, che “nel corso del 2023, l’andamento dell’economia trentina ha registrato un peggioramento rispetto all’anno precedente.” Poi si specifica che, nonostante il valore record delle esportazioni già annunciato a marzo, la crescita rimane inferiore a quella registrate nell’export dell’anno 2022, che era cresciuto del 16,3%. Nel contempo, le esportazioni altoatesine nel 2023 sono cresciute del 3,3%, in termini assoluti e secondo i dati di Bankitalia.
Insomma, nel Trentino a marzo record eccezionali di crescita ed a luglio un peggioramento talmente evidente da non poter essere taciuto.
L’impressione è che qualcuno stia provando, peraltro senza grandi esiti, a sostenere in ogni modo il trionfalismo vuoto di una Giunta provinciale che vive di annunci, mentre la realtà dei fatti si incarica di rivelare una realtà ben diversa.
Se alla politica delle dichiarazioni roboanti si sostituisse una minima soglia di umiltà ed una concreta capacità di programmare gli interventi pubblici, al di là del comodo meccanismo del contributo finalizzato al consenso, forse qualche prospettiva diversa per la nostra economia potrebbe emergere, offrendo qualche speranza in più ad un sistema che fatica ed arranca ogni giorno di più.
Il Presidente del Gruppo cons. PD
Alessio Manica