Franco Ianeselli ci tiene subito a marcare i livelli: «Le logiche tra elezioni europee e comunali sono diverse». Ma a un anno dalla tornata che sceglierà la prossima guida del capoluogo, il raffronto diventa automatico. E i dati non lasciano dubbi: nell’appuntamento alle urne di questo fine settimana Trento ha mostrato ancora una volta di essere la roccaforte del centrosinistra.
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 11 giugno 2024
Nettamente: il Pd si è riconfermato infatti primo partito con un risultato — il 32,60% delle preferenze — che migliora sia il 18,14% ottenuto alle comunali del 2020 che il 27% delle provinciali dello scorso anno. Bene anche Alleanza Verdi e Sinistra, con un 10,59% che vale il terzo posto dietro Fratelli d’Italia (nel capoluogo il partito della premier si è fermato al 21,34%). Non va oltre il 7,33% la Lega (con Forza Italia al 4,57%), mentre Azione, almeno in città, supera il 6%.
«Se qualcuno pensava che Meloni potesse portare uno scossone anche nel capoluogo si sbagliava di grosso» sorride Ianeselli. Che analizza il voto sul territorio comunale: «Il Pd, primo partito in città, in alcune circoscrizioni raggiunge risultati davvero notevoli: oltre il 36% a San Giuseppe-Santa Chiara, il doppio di Fratelli d’Italia, a cui si aggiunge una buona affermazione in tutta la città anche dell’alleanza Verdi-sinistra, a ulteriore riprova che i temi sociali e ambientali devono essere sempre ai primi posti nell’agenda politica del centrosinistra». Ma non sono tutte note positive: «Dispiace — aggiunge il sindaco — per i risultati deludenti, soprattutto a livello nazionale, del cosiddetto “terzo polo” che paga l’eccessiva frammentazione di un campo che fa fatica a presentarsi con una fisionomia politica definita». Il primo cittadino ci tiene però a fissare un punto fermo: «I risultati del centrosinistra ci dicono che il populismo, che la retorica della paura, che i partiti dell’odio e della libertà di violare le regole a Trento non trovano terreno fertile forse perché in città resiste una comunità politica tutt’altro che minoritaria che si riconosce in una politica solidale, aperta nel campo dei diritti e sensibile alle questioni ambientali». E su questa comunità la coalizione di centrosinistra farà leva anche il prossimo anno: «Guai sedersi, questi numeri non ci devono far tirare i remi in barca» è il monito di Ianeselli. Che ai suoi lancia un messaggio chiaro: «Questi risultati ci esortano a migliorare ancora nella relazione con i territori, nel sostegno ai cittadini più deboli e nella costruzione di una comunità cittadina più coesa, attenta alle necessità delle famiglie e delle imprese». Puntando anche a coinvolgere chi si è allontanato dalla partecipazione: «Ben il 55% degli elettori in Trentino — ricorda Ianeselli — ha rinunciato ad esprimere il proprio voto. A questi elettori bisogna guardare, non solo alla vigilia del voto, ma già da oggi, ritornando a parlare di temi cruciali, il lavoro, i salari, la sanità, l’ambiente. In breve, bisogna tornare a fare politica, che poi significa dare una prospettiva di futuro a chi ha perso la fiducia nella possibilità di un cambiamento».
E se nel centrosinistra ci si prepara ad affrontare l’anno elettorale forti del buon risultato ottenuto nel weekend, nel centrodestra il quadro è ancora tutto da costruire. A partire dall’unità della coalizione, sfumata a Rovereto. Ma che tutti i partiti della maggioranza provinciale sembrano invocare. Come Fratelli d’Italia, che anche ieri a risultati ancora freschi ha fatto sapere agli alleati di voler iniziare a discutere del voto cittadino, non trattenendo qualche critica alla coalizione roveretana guidata dal candidato sindaco Gianpiero Lui. «A Trento si vincerà solo se uniti» ha incalzato il coordinatore regionale Alessandro Urzì. Che si è detto pronto ad aprire fin da subito «il tavolo di confronto, certi del fatto che le soluzioni più forti sono quelle condivise e non quelle imposte». Mettendo però già sul piatto il peso di Fratelli d'Italia all’interno della coalizione: «Trento — ha rimarcato Urzì — ci ha assegnato un consenso di oltre il 21%, alla guida del centrodestra». Con la valutazione finale: «Anche in Trentino si deve avere più fiducia nelle forze politiche nazionali che sono forti di un rapporto organico con il governo nazionale e con il governo provinciale».