Fugatti lanciava martedì scorso su questo giornale un allarme: «Se il Trentino non crescerà economicamente nei prossimi anni, se non aumenteranno i salari, la nostra autonomia è a rischio». Ed è preoccupato anche il segretario del Partito democratico del Trentino Alessandro Da Ri: «Preoccupato soprattutto dal vuoto pneumatico delle risposte di Fugatti. Un elenco di problematiche che conosciamo tutti, su cui noi della minoranza abbiamo chiesto più volte di intervenire. Inascoltati».
D. Baldo, "Il T Quotidiano", 5 giugno 2024
Incalza, il segretario dem: «Il governatore non dice nemmeno come mai siamo arrivati a questo punto, perché negli anni passati i salari trentini erano alti, eravamo all'avanguardia sull'innovazione. Ora tutto è precipitato, il Trentino è il fanalino di coda nel Nordest, sotto la media nazionale». Fugatti dice che va analizzato il contesto, che qui ci sono aziende piccole: «Ma se ci sono aziende piccole serve un lavoro di regia per arrivare laddove le aziende piccole non riescono, e penso appunto all'innovazione, da cui passa l'aumento di produttività, quindi l'aumento dei salari. Ma sun questo cosa sta facendo la giunta? Qualcuno lo ha capito? Abbiamo visto solo che la Provincia disinveste sull'Agenzia del Lavoro, che andrebbe invece sostenuta nella formazione di lavoratori al passo con le nuove competenze richieste dall'industria».
L'altro tema posto da Fugatti è la denatalità, che si riverbera negativamente anche sul mondo del lavoro. Manca manodopera, e ne mancherà sempre di più in futuro: «Ma che non si parli di immigrazione come risorsa per questo problema, come invece sottolineano le imprese. Invece di far leva sull'integrazione, sulla formazione di tanti giovani migranti che potrebbero essere davvero una risorsa a livello economico, si lasciano i migranti tutti concentrati a Trento in poche strutture. Credo anche per mettere in difficoltà la giunta Ianeselli, per è ovvio che una concentrazione di migranti in un solo luogo, se non si investe nell'integrazione, possono diventare un problema per l'ordine pubblico». E aggiunge: «Su questo tema l'approccio del centrodestra che governa la Provincia è solo ideologico».
Altro tema, i contributi al turismo, che per imprese e sindacati sono troppi, e distribuiti a pioggia, quando invece si dovrebbe mirare con premialità a far crescere aziende che aumentino la loro produttività: «Non solo sul turismo — osserva Dal Ri — perché mi sembra che la politica di distribuire risorse a pioggia sia la cifra di questa giunta. Erogazioni di risorse scollegate da un serio ragionamento, più che erogazioni si tratta di elargizioni di denaro pubblico per garantirsi il consenso elettorale. Le risorse distribuite senza condizionalità, senza legarle all'obiettivo della maggiore produttività, sono soldi buttati via, che non fanno evolvere la nostra economia».
Tornando ai salari, sotto la media nazionale, il governatore dice che la Provincia può incidere solo sul pubblico impiego, rinnovando i contratti come ha già fatto. Ma che non può intromettersi nella contrattazione tra imprese private e sindacati: «Ma la Provincia — dice di contro Dal Ri — può e anzi deve agire per far dialogare questi mondi, per attirare sul territorio imprese ad alto tasso tecnologico, usando premialità, favorendo la crescita e la produttività. Può fare molto, ma non fa nulla. Ed è questo il vero pericolo», conclude il segretario del Pd paventando rischi non piccoli.