È del 2 maggio scorso la pubblicazione della sentenza da parte della Corte Suprema di Cassazione che rigetta il ricorso presentato da Saverio Arfuso, condannato in via definitiva per i fatti riguardanti il processo Perfido, e che certifica la presenza in Trentino di una vera e propria locale di ‘ndrangheta, la cui struttura e attività è stata messa in luce dal succitato procedimento giudiziario.
Antonio Zanetel, "Il T Quotidiano", 21 maggio 2024
Dagli anni Ottanta una lenta e progressiva infiltrazione nel tessuto economico e sociale, atti di intimidazione, condizionamento dell'azione politica e amministrativa.
La situazione che è andata a profilarsi dimostra, e non da oggi, che il nostro Trentino è estremamente vulnerabile a fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata, in quanto Provincia tra le più ricche in termini di Pil e che «rappresenta uno snodo nevralgico per il transito di merci e persone da e per l'Europa centrale», come definita nelle relazioni della Direzione Investigativa Antimafia.
Un errore comune, però, è quello di pensare che quando si parla di mafie in Trentino, ci si riferisca unicamente ai fatti di Lona Lases e del porfido. Tale convinzione è un abbaglio che ha precluso e preclude ancora oggi alle persone di prestare la stessa attenzione e di considerare della stessa gravità attività di riciclaggio, sfruttamento della prostituzione e del lavoro nero, traffico di sostanze stupefacenti e molto altro.
Tutto ciò non si può ignorare e la politica, in primis, ha la responsabilità di mettere in campo ogni azione in suo potere per combattere, ma soprattutto prevenire che tali fenomeni creino danni di enorme portata ai cittadini ed alle istituzioni democratiche.
Chi ha la responsabilità di governo, oggi, non può limitarsi a belle parole di speranza in cui si auspica che fatti come quelli sottolineati dalla sentenza della Cassazione non accadano più o, ancora peggio, a cercare di minimizzare il problema circoscrivendolo alla sola inchiesta che ha riguardato il settore del porfido in Val di Cembra. C'è la necessità di una presa di coscienza inequivocabile: il Trentino non è immune da fenomeni di stampo mafioso e la criminalità organizzata non si ferma davanti a nessun ostacolo. Dove vi sono interessi e opportunità economiche di qualsiasi tipo le mafie non lasceranno nulla di intentato per mettervi le mani. Questo è il semplice ma fondamentale messaggio che le istituzioni devono comunicare alla popolazione. Per farlo, però, le prime a doversi convincere di questa verità sono le istituzioni stesse. Nel momento in cui vi sarà una presa di coscienza di questo tipo e il tema della lotta contro le attività criminali delle mafie verrà inserito tra le priorità dell'agenda politica, quella sarà la circostanza in cui le cose potranno realmente cambiare.
Il passo successivo per il sistema trentino dovrà essere quello di creare, al proprio interno, le condizioni per cui ognuno, nel ruolo che ricopre, sia chiamato ad essere sentinella di possibili atti riconducibili ad infiltrazioni di tipo mafioso e mai lasciato solo ad affrontare tali situazioni. Il primo investimento che va fatto è sulla cultura della legalità, a partire dalle scuole di ogni ordine e grado, per arrivare prioritariamente ad una formazione puntuale degli amministratori locali e delle categorie. La precondizione per combattere questo fenomeno, infatti, è la sua conoscenza, renderlo chiaro e visibile agli occhi di ognuna e ognuno di noi, perché tutti possano dare il proprio contributo.
Assistiamo ogni anno a tante cerimonie in ricordo delle vittime di mafia, ne commemoriamo l'operato e ricordiamo il loro estremo sacrificio, ma rimembrare le azioni di chi ha perso la vita per mano delle organizzazioni criminali, subendo spesso l'ostracismo e l'abbandono da parte delle istituzioni e delle loro stesse comunità, non serve a nulla se i fatti non seguono le parole. La responsabilità di agire per primi è della politica, che necessita di spogliarsi di ogni colore e pregiudizio ideologico e trovare insieme, maggioranza e opposizione, soluzioni di concerto che abbiano un prospettiva di lunga gittata.