Con la consueta leggerezza e forse animata dallo spirito vacanziero (sarà la neve sui monti che ricorda un altro 25?), la vice presidente della Provincia, evidentemente dimentica del suo ruolo, dichiara che passerà la festa della Liberazione a casa con la sua famiglia, in nome di quella libertà di pensiero che, in questo Paese, è garantita soprattutto dalla Costituzione repubblicana.Alessandro Dal Ri - Alessio Manica, 22 aprile 2024
Travolta com’è dal vortice dei suoi molti impegni, la vicepresidente Gerosa confonde ruoli e situazioni, mescolando anagrafe ed enunciazioni di principio, per mascherare, in realtà, la lezione negazionista che sta pervadendo tutta la narrazione del presente, in un tentativo di edulcorare la storia ed il suo prolungamento dentro il tempo.
Se l’assessore Gerosa ritiene anacronistico definirsi antifascista, sostenendo che non esiste un pericolo fascista, sarebbe interessante se volesse darci una sua spiegazione delle centinaia di braccia levate nel saluto romano di solo qualche settimana fa ad Acca Larenzia; sarebbe interessante se volesse chiarire i motivi della censura imposta ad Antonio Scurati; sarebbe utile che dichiarasse una netta presa di distanza dal regime, dalla sua cultura e dalla sua eredità, come quella delle leggi razziali che stanno riprendendo centralità in un clima di acceso antisemitismo, ma evidentemente la vice presidente Gerosa non ha tempo per tutto questo. D’altronde, perché liberare i ragazzi dai compiti, se poi si è occupati nella celebrazione di una ricorrenza fondante della Repubblica e della sua Costituzione?
Fino a quando non ci sarà una volontà condivisa di fare i conti con la storia di questo Paese e con le sue pagine più complesse, difficili e drammatiche non potrà esserci un condiviso superamento del passato ed una percezione di approdo unanime ad una nuova e pacificata narrazione, morale ancor prima che materiale. Il 25 aprile si festeggia la Liberazione da una dittatura feroce e criminale, che condusse l’Italia dapprima nell’illusione dell’impero e poi nel disastro della guerra, attraverso una costante repressione della libertà ed un esercizio spregiudicato e violento del potere. Questo è il fascismo ed è da questo che dovrebbe prendere le distanze anche la vice presidente Gerosa che, da massimo rappresentante di un’Istituzione come la Provincia autonoma di Trento resa possibile, costruita e cresciuta proprio in seguito alla liberazione ed a tutto ciò che essa ha portato con sé in Italia, tutto questo dovrebbe saperlo bene. Non si tratta di immagine e di effimero, ma di quella sostanza che si chiama democrazia; si tratta di rispettare la Costituzione sulla quale lei stessa ha giurato al momento dell’elezione.
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