Assistiamo in questi giorni alle richieste di attenzione rivolte alla Giunta Provinciale, e all’Assessore alla Salute in particolare, da parte delle sigle sindacali che rappresentano i lavoratori delle residenze socio assistenziali (Rsa).Francesca Parolari, 16 aprile 2024
L’aggravamento delle condizioni di salute delle persone che oggi accedono alle Rsa porta all’incremento dei carichi di lavoro per operatori e personale sanitario, in un contesto di assistenza che si fa ogni giorno sempre più complesso.
I Sindacati chiedono, giustamente, azioni concrete per riuscire a dare il legittimo riconoscimento, sostenere, motivare e attrarre il personale necessario in un settore, quello socio-sanitario e socio-assistenziale delle Rsa (ma anche, aggiungiamo, dei servizi domiciliari) che non può continuare ad essere trattato come la cenerentola dei servizi.
Non vale, Assessore Tonina, cercare di distogliere l’attenzione dicendo che le Rsa non possono essere l’unica risposta per le esigenze degli anziani. Nessuno le sta chiedendo questo. Tutti concordano che i servizi devono essere modulati sui bisogni delle persone e che più un anziano riesce a rimanere al proprio domicilio meglio è per tutti. Ci mancherebbe! Ciò non toglie però che le Rsa sono e rimarranno il servizio residenziale a cui molte persone anziane gravemente non autosufficienti hanno e avranno accesso. Non spariranno le Rsa, anche se hanno bisogno di una profonda riorganizzazione e vanno ripensate soprattutto nella loro integrazione con le famiglie e le comunità di riferimento.
Occorrono risposte immediate Assessore, non possiamo accettare l’ennesimo suo rimando agli esiti di tavoli di lavoro a cui i responsabili politici di nuova nomina solitamente si appellano. Il tempo, qui, è scaduto.
Per rilanciare questi servizi occorre ripartire dal prendersi cura del Personale! Incremento delle possibilità di conciliazione vita-lavoro, riconoscimento di una equa retribuzione, valorizzazione della mansione, possibilità di carriera e crescita professionale, valutazione dei carichi di lavoro, innovazione tecnologica a supporto del lavoro umano. Queste le piste di lavoro.
Stravolgiamo allora per prima cosa il modello e l’assetto organizzativo tayloristico che nei servizi alla persona ha portato a snaturare i rapporti umani su cui proprio questi servizi naturalmente si fondano, mettiamo da parte la logica del comando-controllo, abbracciamo convintamente le nuove strategie sulle relazioni aziendali che puntano sulla responsabilizzazione piuttosto che sulla logica gerarchica. Rivediamo i piani di lavoro anche attraverso una rimodulazione degli orari di lavoro che si focalizzi più sugli obiettivi di cura che sul mero rispetto dell’assetto organizzativo e dopo ciò monitoriamo i carichi di lavoro, modificando qualora necessario i parametri. Valorizziamo tutte le figure professionali presenti nel mondo delle Rsa, permettendo loro la possibilità di svolgere esperienze in altri ambiti sanitari e riallineandone verso l’alto le retribuzioni eliminando ingiustificate disparità di trattamento. Utilizziamo la tecnologia soprattutto quando questa ci aiuta a non sprecare tempo, prezioso per l’assistenza agli anziani. Ripensiamo in questo nuovo contesto il ruolo dei familiari, ricomprendendoli seriamente nel percorso di cura e non, come ora, impediti dallo svolgere azioni di assistenza da inaccettabili e anacronistiche posizioni difensive che, in alcune Rsa, ancora costringono al rispetto di incomprensibili limitazioni di accesso alle strutture.
Assessore Tonina, ci dica subito quali scelte politiche intende con la sua struttura mettere a terra per rispondere a queste sfide.
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