Nella scorsa consiliatura sono state le minoranze per prime a cogliere che era in atto un’emergenza casa, emergenza che ha ormai assunto i caratteri di un problema strutturale.Trento, 13 febbraio 2024
Negli ultimi due anni abbiamo presentato diversi emendamenti al bilancio e atti d’indirizzo sulla questione della casa, vedendoci approvati tre articoli di legge per l’istituzione del Comitato provinciale sulla condizione abitativa, per una moratoria sugli sfratti ITEA per fine locazione delle assegnazioni d’emergenza e innalzamento a 0,40 della soglia ICEF per la conferma dell’alloggio (entrambe le misure valide fino a fine 2024) e per l’aumento di un milione per ciascuno degli anni 2023 e 2024 per il contributo integrativo all’affitto sul libero mercato, oltre a una mozione sull’autorecupero degli alloggi ITEA, che è poi entrato in legge. La Giunta si è resa conto tardi della situazione disastrosa in atto e ha stanziato risorse per la riqualifica degli alloggi di risulta solo a fine legislatura.
Partendo da quanto fatto nella scorsa legislatura, quindi, il gruppo consiliare del Partito Democratico del Trentino ha messo tra i temi al centro dell’agenda politica il diritto all’abitare e quando anche Fugatti lo annunciava tra le priorità di legislatura, noi stavamo già lavorando con la Commissione politiche sociali del partito per approfondire il tema ed elaborare soluzioni a un problema che non può che essere affrontato a trecentosessanta gradi. Parlare di accesso alla casa, per esempio, significa lavorare per salari migliori, perché il potere di acquisto in un Trentino con gli stipendi più bassi del Nordest e il costo delle case tra i più alti d’Italia è un problema enorme. Significa lavorare per recuperare più alloggi nel pubblico, ma allo stesso tempo far immettere sul mercato alloggi sfitti e usare le leve per calmierarne i prezzi, a partire dal controllo degli affitti turistici brevi. Agire su un solo aspetto non risolve il problema, serve un Piano complessivo.
L’esito del lavoro del gruppo consiliare e della Commissione politiche sociali sono queste coordinate per un Piano provinciale per la casa, una prima stesura di proposte che ora condivideremo con le minoranze in vista della convocazione del Comitato provinciale per la condizione abitativa, con l’Assemblea del Partito Democratico del Trentino la prossima settimana e che porteremo sui territori con il contributo dei nostri circoli per confrontarci con la popolazione e gli stakeholders (con comitati, sindacati, inquilini, agenzie immobiliari sociali ci siamo comunque già più volte interfacciati), arricchendo di proposte il Piano per poi tradurle in atti politici.
Il tema dell’accesso alla casa sta emergendo con forza anche a livello europeo e nazionale. Per farvi fronte il PD ha presentato un Piano nazionale per la casa.
ALCUNI DATI DI CONTESTO
Potere d’acquisto
Il Trentino vi è un palese squilibrio tra i salari e il costo della vita e delle casa. Gli stipendi sono più bassi della media nazionale (del 5,2%) e i più bassi del Nordest (-11,6% rispetto a Bolzano), mentre l’inflazione degli ultimi anni è stata tra le più alte d’Italia. Il prezzo al metro quadro nel capoluogo ci pone all’ottavo posto in Italia tra le città più care.
Proprietà vs affitto
Il 73,5% dei Trentini vive in casa di proprietà (63,7% a Trento). Il 7,5% vive in case in comodato d’uso. Il 4% vive in alloggi a canone sostenibile. L’1% in alloggi a canone moderato o con contributo integrativo all’affitto. Il 14% in locazione sul libero mercato.
Edilizia pubblica
Dei 10.688 alloggi gestiti da ITEA (90,3% di proprietà), nel 2022 il 13,4% era sfitto. A fronte di una riconsegna media di circa 400 alloggi all’anno, negli ultimi 5 anni si sono accumulati molti alloggi di risulta, tanto che nel 2022 erano diventati 1.036. A fronte di 2.726 domande di alloggi a canone sostenibile è stata data risposta solo al 10% (272 alloggi).
Negli ultimi tre anni non sono stati edificati nuovi alloggi residenziali pubblici e anche il Fondo housing sociale per appartamenti a canone moderato non è più stato finanziato.
Sfratti
Da gennaio 2022 a giugno 2023 sono arrivate 444 richieste di sfratto all’Ufficio unico notificazione e protesti (Unep) dei Tribunali di Trento e Rovereto, tra alloggi privati e alloggi pubblici. Di queste 335 sono arrivate nel 2022 e 109 nei primi sei mesi del 2023.
La questione “bollette impazzite”, in particolare nei condomini misti (ITEA + privati), ha determinato morosità incolpevoli che stanno traducendosi in lettere di sfratto che aumentano di giorno in giorno.
Sfitto
Oltre al 10% del patrimonio di edilizia residenziale pubblica sfitta, in Trentino il 38% degli alloggi privati risultano non abitualmente occupati (152.788 su 389.418): sfitti o seconde case. Nel capoluogo ci sono circa 10.000 alloggi sfitti rilevati nel 2018.
Locazioni turistiche brevi
I dati di InsideAirbnb descrivono un volume importante di attività: 8195 annunci (erano 7300 a luglio 2023), di cui 88,2% di case/appartamenti interi, un dato che ci descrive la degenerazione dell’idea di sharing economy (ad esempio mettere a disposizione una stanza con condivisione della cucina) con cui erano nate piattaforme come Airbnb. Il 38,4% riguarda inserzioni singole (un host, un appartamento), mentre ben 61,6% riguarda inserzioni multiple (il 22,5% di più di 10 alloggi). Se si guardano gli annunci, la maggior parte non riporta il codice CIPAT i violazione di norma.
COORDINATE PER UN PIANO PROVINCIALE PER LA CASA
Si dovrebbe valutare la percorribilità di adeguare anche l’esborso per i costi energetici all’ICEF per quelle famiglie che hanno i requisiti di accesso all’edilizia sociale. Servono anche misure di sostegno agli inquilini di alloggi pubblici e di social housing con il blocco temporaneo dell’adeguamento ISTAT per i canoni sociali e moderati (o meglio copertura dell’adeguamento per chi ha i criteri di accesso) e misure di integrazione agli affitti sul libero mercato continuative (ora dopo due anni vi è una pausa di un anno nell’erogazione). Serve rivedere la governance di ITEA, aprendola anche alla partecipazione dei Comuni ad alta tensione abitativa e centrando maggiormente la mission sulla risposta al bisogno sociale (inserire assistente sociale in organico) e alloggiativo dei cittadini, motivo per il quale vanno riadattati norma e regolamento all’attuale situazione socio-economica, però tenendo conto del contesto del mercato privato.
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