Nessun protagonismo, applausi o standing ovation. Non era mica la notte degli Oscar a Danzica, nel dicembre del 2022, quando Trento è stata designata capitale europea del volontariato 2024. Del resto, da piazza Duomo fino alle più lontane valli di una popolazione che in tutto fa poco più di mezzo milione di abitanti, da sempre ci si impegna per gli altri senza fare rumore.
P. Aquaro, "Corriere della Sera", 2 febbraio 2024
«Quando hanno bussato alla porta del mio ufficio per dirmi che c’era la possibilità di candidarsi a capitale europea del volontariato la vedevo come una cosa troppo grande», ricorda Franco Ianeselli, sindaco della città, spesso volontario nel suo quartiere, come le oltre 20mila persone che gravitano intorno alle 666 organizzazioni di volontariato. E in una città che non raggiunge i 120 mila abitanti, una persona su cinque fa volontariato.
Era dubbioso il sindaco, poi ha pensato bene di sondare il terreno: «Al di là dell’esito finale, non sarebbe stato male impegnarsi un anno intero, incontrando i volontari e iniziando a pensare alle strategie da attuare». Raccontata oggi, alla vigilia dell’arrivo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al quale spetterà inaugurare l’anno europeo — domani, dalle 11.30 al Palazzetto dello Sport, davanti a 400 studenti delle scuole e mille volontari — sembra una vita fa. A proposito, all’evento, trasmesso su un maxi-schermo in piazza Duomo, ci sarà anche Andrij Sadovyi, il sindaco di Leopoli, la città ucraina candidatasi con Trento.
«A Leopoli ci legano le origini austroungariche e i colori giallo e blu: ma la presenza del sindaco non è altro che un piccolo passo verso il concetto di cittadinanza attiva alla base della nostra candidatura. Così come i Patti di collaborazione sono stati alla base della nostra proposta». Diffusa in tutta la provincia: «Nelle nostre valli si respira lo spirito del volontariato, parte integrante della nostra identità e della nostra speciale Autonomia. Sono valori da trasmettere alle generazioni future», aggiunge Mario Tonina, assessore alla Salute, politiche sociali e cooperazione della Provincia di Trento.
Nella terra dei consorzi e delle cooperative cresce la donazione del proprio tempo per i beni comuni
Intanto, ecco in via Belenzani le fotografie dei volti della «Gente felice», slogan dell’evento, da una idea dell’associazione Witness Journal, simbolo di gruppo di persone «che non solo aiuta i fragili e i più piccoli, pulisce e abbellisce i quartieri, ma trae dalla propria attività una grande gratificazione». Prima accennavamo alle linee strategiche che il sindaco, con i suoi concittadini, aveva già in mente quando Trento ha ricevuto dalla norvegese Trondheim, capitale uscente, il testimone di capitale europea del volontariato: dalla semplificazione degli adempimenti burocratici alla creazione di nuovi spazi di prossimità, fino alla vetrina delle associazioni. Quest’ultima potrebbe diventare un nuovo modo di vivere la città da parte dei giovani: «Se uno studente si trasferisce a Trento per studiare all’università e si accorge che c’è poca vita notturna, potrebbe trovare più interessante frequentare un posto come la vetrina del volontariato, incontrando gente e impegnandosi per gli altri», osserva il sindaco di una città organizzatrice di più di 50 eventi, coordinati dal comitato «Trento capitale europea del volontariato 2024» con 18 tavoli di confronto: «Dedicati a tutti i settori del volontariato: ogni appuntamento sarà pubblicato su https://www.trentovolo.capital/it», racconta Giorgio Casagranda, presidente del Centro servizio per il volontariato trentino.
È stato Casagranda a suggerire al sindaco di aggiungere alla voce «Capitale europea» anche quella di «Capitale italiana del volontariato»: non a caso, tra i tre incontri fondamentali (il 19 maggio, arriveranno a Trento i rappresentanti delle capitali europee del volontariato delle scorse edizioni, mentre, il 29 novembre, sarà annunciata la vincitrice per il 2026) c’è molta attesa per la conferenza nazionale del Centro servizio volontariato nazionale, a metà maggio. Nel frattempo, nella città delle cooperative, dei consorzi e delle mutue assicuratrici, prende sempre più piede un volontariato dei beni comuni: con i giovani, i quali magari non si riconoscono in una associazione ma decidono di donare il loro tempo per una giusta causa.