Brugnara: «Bene le zone 30 in città, ma non bastano: bisogna potenziare il trasporto pubblico»

TRENTO Le «zone 30» che nel corso dell’anno verranno sperimentate in tre sobborghi del capoluogo (Gardolo, Mattarello e Clarina) «sono un segnale positivo». Che si aggiunge al potenziamento delle piste ciclabili e alle strutture di sosta per le biciclette. «Ma tutto questo non basta» è il monito di Michele Brugnara, capogruppo comunale del Pd e da sempre attento alle sfide legate alla mobilità sostenibile.
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 18 gennaio 2024

 

Che pone in cima all’agenda un’ulteriore priorità: «Al primo posto c’è il tema del potenziamento del trasporto pubblico, soprattutto quello extraurbano».

La riflessione di Brugnara parte da un dato preciso: «Ogni giorno in città si contano ben 323mila spostamenti di automobili». Veicoli privati che, arrivando dalle valli o dalle zone limitrofe, entrano nel capoluogo, escono, lo attraversano. «Si tratta — osserva Brugnara — di un numero enorme, corrispondente a valori di città da 400mila abitanti». Per ridurre «questa montagna di auto che attraversano Trento», incalza il capogruppo dem, la strategia deve partire da un punto fermo: «È necessario riuscire a rendere competitivo il trasporto pubblico, urbano ed extraurbano». Le zone 30, dunque, «faranno bene alla città», le nuove piste ciclabili anche. «Ma per cambiare davvero prospettiva — indica la soluzione Brugnara — c’è bisogno di un piano del trasporto pubblico di area vasta». Che dovrà essere elaborato, necessariamente, dalla Provincia: «L’ultimo piano provinciale di mobilità sostenibile risale al 2004. Ma da allora è cambiato il mondo».

Gli esempi ai quali riferirsi, aggiunge Brugnara, sono tanti. E in alcuni casi anche molto vicini al Trentino: modelli che lo stesso consigliere dem ha visitato di persona nei numerosi sopralluoghi organizzati negli ultimi anni. «Ad Innsbruck — rilancia Brugnara — esiste una rete di trasporto pubblico extraurbano molto efficiente: lì i treni regionali partono ogni venti minuti». Permettendo anche a chi abita fuori dalla città di muoversi con il mezzo pubblico in tempi rapidi.

«Finché anche qui in Trentino non si agirà in questa direzione, implementando il sistema di trasporto pubblico extraurbano, chi abita fuori città e deve arrivare nel capoluogo sceglierà sempre l’automobile» allarga le braccia il capogruppo dem. Che guarda verso Piazza Dante, scuotendo il capo: «In realtà a questa amministrazione provinciale — osserva — pare interessino di più le varianti stradali, le opere viabilistiche piuttosto che il trasporto pubblico, che viene messo in secondo piano». Sul tavolo c’è il progetto di raddoppio della Trento-Malè da Zambana a piazza Dante: «Personalmente, avrei allungato il tragitto almeno fino a Mezzolombardo, dove tra l’altro c’è anche un importante ospedale di zona» chiarisce Brugnara.

In attesa che la Provincia lavori in questa direzione, il Comune può comunque muoversi. «Si può continuare a rafforzare la rete di parcheggi di attestamento. Penso alla zona del Bren center e alle aree abbandonate lì attorno, che sono strategiche anche nel collegamento con la Valsugana: possiamo realizzare dei posti auto in tempi brevi». Non solo: dai parcheggi di attestamento, rilancia il consigliere, «servono navette». Gratuite possibilmente, in modo da convincere ancora di più gli automobilisti che entrare in centro città con il proprio mezzo non è conveniente. Sulla falsariga di quanto messo in campo a Padova per il periodo natalizio, «con abbonamenti a prezzi scontati, navette gratuite e frequenze degli autobus implementate».